In Salento è scattato l’allarme per l’invasione delle meduse luminose.
Si tratta della “Pelagia noctiluca”, volgarmente chiamata medusa luminosa. La sua folta presenza non consenti ai bagnanti di tuffarsi in mare. Alcuni stabilimenti balneari si sono attrezzati con barchette e retini per provare a contenere il fenomeno, ma tutti gli sforzi si sono fin qui rivelati vani.
Stando a quanto sostengono i biologi marini, la Pelagia noctiluca sta proliferando lungo la costa salentina per diversi motivi. In primis, l’innalzamento della temperatura dell’acqua, che ogni anno tocca valori record, e nel Mediterraneo fa già registrare valori superiori alle medie stagionali.
Il professor Ferdinando Boero, docente di Zoologia all’università degli studi Federico II di Napoli spiega che “un’altra causa è la diminuzione della popolazione di pesci, per colpa della pesca industriale, che lascia spazio al proliferare delle meduse”.
La medusa luminosa (Pelagia noctiluca), è una medusa della famiglia Pelagiidae. Ombrello marrone-rosato o rosa-violetta di circa 10 centimetri di diametro, traslucido, composto da 16 lobi da cui partono 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri. Le braccia orali, dello stesso colore dell’ombrello, sono lunghe fino a circa 30 centimetri.
L’epiteto specifico noctiluca deriva dall’iridescenza, di colore verde, di cui è dotata.
È comune nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico orientale fino al Mare del Nord; è stata citata nelle cronache per la sua abbondanza nei nostri mari in alcuni periodi e per le dolorose irritazioni che provoca se sfiorata. È una specie pelagica, ma nel periodo autunnale e primaverile si avvicina alla costa.
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