Medici di famiglia: pronti ad aprire i nostri studi a chi è in fuga dalla guerra

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«Pronti a garantire ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra gli stessi diritti assistenziali riconosciuti a tutti i cittadini».

È la scelta suggerita dai medici di medicina generale e discussa al tavolo permanente regionale per fare in modo che alla disperazione del conflitto non si aggiunga anche il dolore della malattia.

«I nostri studi saranno aperti ai cittadini Ucraini giunti in Campania per garantire loro un’assistenza completa e continuativa», dicono Corrado Calamaro e Luigi Sparano, rappresentati regionali della Federazione italiana medici di medici generale (Fimmg).



    Proprio dalla riunione in seno al tavolo permanente regionale è emersa così la decisione di demandare ad accordi con le singole aziende l’individuazione di un modello organizzativo efficace e che permetta l’attuazione delle necessarie strategie assistenziali.

    «Per questi cittadini Ucraini varranno gli stessi criteri che valgono per tutti gli altri nostri assistiti», ha detto Pina Tommasielli, componente dell’Unità di Crisi Regionale e medico di medicina generale, a margine di un incontro con il Console Ucraino avvenuto al Circolo Canottieri Napoli.

    «Si pensi ad esempio all’assegnazione del medico di medicina generale sulla base del luogo di residenza dei rifugiati o, comunque, considerando zone territoriali limitrofe. Per ottimizzare l’offerta, si procederà accordando una precedenza nella scelta dei medici che non raggiungono il massimale. Solo in seguito al superamento del numero massimo di assistiti per ciascun medico di medicina generale si procederà ad assegnazioni ulteriori, comunque entro limiti tali da garantire una effettiva assistenza sanitaria».



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