Arzano. Maltrattamenti e lesioni in famiglia: reo confesso, sindacalista condannato in appello a 2 anni e 2 mesi senza sospensione della pena. Si è concluso anche in appello con una pesante condanna, il processo incardinato dinanzi alla Corte di Appello e celebrato contro un noto sindacalista della Cisl G.A., che dopo un lungo dibattimento ha rimediato oltre alla pesante pena, anche il pagamento delle spese processuali. Per lui il giudice di primo grado aveva anche stabilito a titolo previsionale il risarcimento danni pari a 6000 mila euro.
Durante l’udienza, svolta dinanzi al presidente del collegio, il dott. Giovanni Carbone, sono state accolte le attenuanti generiche con una riduzione di pena dopo che l’imputato, attraverso la lettura di un manoscritto ha “ammesso gli addebiti contestati” rendendo così confessione piena dei suoi comportamenti violenti. Una condanna pesante che passata in giudicato, fa avvicinare sempre più le porte del carcere.
A denunciare l’uomo era stata la convivente in seguito a di diversi episodi di violenza e di maltrattamenti testimoniati dagli accessi al pronto soccorso con prognosi fino a 15 giorni e dalle foto che la donna si era scattata per documentare i maltrattamenti. Immagini con lividi, ecchimosi sul volto, un taglio sul labbro e le pesanti e continue vessazioni psicologiche.
Nel 2019, dopo l’ultimo episodio di violenza, la donna aveva chiesto aiuto ad un associazione antiviolenza. Stando alle accuse e agli accertamenti probatori condotti dal giudice e avvalendosi anche dei riscontri investigativi, il condannato avrebbe iniziato a tenere atteggiamenti di minacce e insulti da diversi anni.
Da qui situazione sarebbe precipitata, quando finalmente la vittima, dopo molti ostacoli, era riuscita a rivolgersi al centro antiviolenza “Donna Insieme” che l’ha accolta e sostenuta fino alla sentenza di condanna. Dopo i primi interventi delle forze dell’ordine e la denuncia, il sindacalista era stato sottoposto anche al divieto di avvicinamento dalla moglie.
Comportamenti violenti che molte volte avvengono nel silenzio e la sopportazione delle donne vittime di soprusi e abusi che raramente vengono ascoltate. Ovviamente siamo al secondo grado di giudizio. Ulteriori indagini sarebbero in corso per verificare il rispetto delle prescrizioni imposte a carico del condannato.
Luigi Vanacore
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