Sequestrata casa di appuntamento gestita dai clan dell’area Nord di Napoli. IL VIDEO

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I  Carabinieri della Tenenza di Melito di Napoli hanno sequestrato un appartamento nel Comune di Aversa che era stata trasformata in casa di appuntamento.

Il sequestro su disposizione del Tribunale di Napoli Nord. Il 3 giugno dello scorso anno i militari disarticolarono un’associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento, favoreggiamento ed agevolazione della prostituzione e, in concorso con altre nove persone vario titolo coinvolte nelle indagini, per una pluralità di reati-fine di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.



    L’immobile veniva utilizzato dall’organizzazione criminale per sfruttare i proventi delle prestazioni sessuali che giovani donne proponevano a costi accessibili anche attraverso i social.

    L’appartamento, all’interno del quale si esercitava la prostituzione, è stato posto sotto sequestro ed è destinato alla confisca.

     

    Tra le cinque persone destinatarie del provvedimento cautelare arrestate nel giugno scorso vi sono due sorelle, una delle quali col ruolo di promotrice ed organizzatrice dell’associazione.

    Gli associati gestivano i proventi della prostituzione lasciando alle prostitute solo la quota individuata come alle stesse spettante, quantificata nella misura del 50% del guadagno complessivo. Le due sorelle coordinavano l’attività degli altri partecipi, ognuno con compiti ben precisi, tra i quali quelli finalizzati a raggiungere un maggior numero di clienti mediante pubblicazione di annunci online, quello di offrire supporto tecnico alle prostitute per migliorare le immagini abbinate ai profili presenti nei vari annunci, quello di fornire indicazioni circa le più efficaci modalità di approccio telefonico col cliente in modo da far divenire sempre più assidue le visite dei clienti stessi presso le abitazioni.

    Ancora, uno degli associati curava il periodico spostamento delle prostitute da una casa all’altra e vigilava presso una delle abitazioni per evitare che potessero insorgere problematiche con la clientela.

    Le prostitute, tutte di nazionalità straniera, venivano collocate dagli associati all’interno degli immobili di volta in volta reperiti per essere destinati all’attività illecita ed attrezzati proprio per le esigenze legate al meretricio. A seconda della tipologia di prestazione richiesta e della zona di provenienza del cliente, quest’ultimo veniva indirizzato, principalmente dalle due sorelle, verso l’una o l’altra abitazione.

    Quando il cliente non conosceva a sufficienza la zona da raggiungere gli venivano fornite, a mezzo telefono, dettagliate informazioni utili a consentirgli di raggiungere l’abitazione ove avrebbe dovuto incontrarsi con una o più donne dedite alla prostituzione.

    Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono state disposte ed eseguite perquisizioni anche presso quattro abitazioni ancora adibite a case di prostituzione, al fine di acquisire ulteriori elementi di prova e porre fine all’attività illecita accertata.

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