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Buonavita (Cisl Campania): “Basta con l’assistenza sanitaria ad intermittenza”

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“Tra blocco dei ricoveri programmati e delle attività ambulatoriali e la paventata rottura tra Regione e laboratori privati è sempre più allarme sociale. Se poi aggiungiamo anche l’aumento della tassazione Irpef dell’ultima manovra finanziaria regionale è inevitabile che si sta andando verso un malessere generale acuito da due anni di pandemia”.

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E’ quanto afferma Doriana Buonavita, segretaria generale della Cisl Campania dopo le recenti decisioni della Regione in materia sanitaria. La gente è ormai stanca e i recenti provvedimenti assunti per contenere la spesa, ma che vanno a discapito dei contribuenti, non fanno altro che alimentare il malcontento di tante famiglie costrette a fare i conti con la quotidianità, soprattutto quelle prive di qualsiasi forma di reddito e che non possono accedere a nessun contributo previsto dalle misure di sostegno. Persone che più di tutte stanno pagando, in termini economico-finanziari, gli effetti devastanti di un’emergenza che sembra non avere più fine.

L’obiettivo del sindacato è quello di intervenire strutturalmente sul modello del servizio sanitario regionale per riportarlo a livelli accettabili dopo anni di tagli indistinti e scelte sbagliate che lo hanno reso del tutto inadeguato a garantire standard qualitativi di assistenza. Crediamo che più di azioni di riorganizzazione e di efficientamento delle strutture ospedaliere a fronte di sacrifici chiesti alle famiglie di lavoratori e pensionati costretti a subire nel contempo un forte aggravio della tassazione locale e l’ ulteriore abbassamento dei livelli di protezione e di qualità’ dell’assistenza, stiamo andando verso il collasso e la paralisi dell’intera macchina sanitaria.

Un’istituzione deve farsi carico del momento che stiamo vivendo per non generare conflitti sociali. Aver fatto dei passi avanti nella risoluzione di alcuni problemi – conclude Buonavita – non solleva dall’esigenza di confrontarsi e dalla responsabilità di rendere conto su tante altre questioni da affrontare, come investire nella medicina territoriale, in una sana integrazione tra pubblico e privato, piani assunzionali, stabilizzazione precari con requisiti previsti dalle norme, rendicontazione e confronto sui costi di beni e servizi per ottimizzare e rendere più funzionale il sistema sanitario campano pronto ad erogare cura ed assistenza e non ad intermittenza dovendo scegliere chi curare”



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