Libertà Giustizia Repubblica (LGR) : il centro destra non deve essere populista né radicale

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Il partito “Libertà giustizia Repubblica” ambisce a guidare il mondo del centro destra moderato,  guidandolo su tre assi principali: la riapertura di una fase costituente per scrivere una nuova Costituzione, come nel 46; l’elezione diretta del Premier, con sistema a doppio turno; e l’abolizione delle Regioni, sostituendole con 100 aree metropolitane, ciascuna abitata da 600.000 cittadini.
Arriva un nuovo soggetto politico nel centrodestra italiano, che vuole ridare centralità alla politica, anche contro derive pericolosamente giustizialiste. Come si apprende dal manifesto dall’iconico titolo “Svegliati Italia”, “Libertà Giustizia Repubblica” è un partito politico di ispirazione liberale democratica e sociale. Il movimento nasce dall’idea di ricostruire l’Italia attraverso l’insegnamento della grande tradizione della prima repubblica, vivificati e rinnovati nell’analisi dell’evoluzione della società tecnologica e globale.

Libertà, Giustizia, Repubblica vuole riconsegnare nelle mani dei cittadini la scelta di chi li governerà e come.
La sfida – si legge dalla pagina principale del sito web – è riconsegnare nelle mani della comunità dei cittadini la dignità di un popolo, poiché gli è stata sottratta, restituendogli la scelta sovrana circa la direzione del proprio essere e del proprio divenire.



    Dal 2011 la democrazia in Italia ha assunto le sembianze di una farsa, ha una legittimità formale ma non un contenuto sostanziale.

    Il programma è chiaro e pubblicato,  prevede 20 punti particolarmente chiari e audaci, visionari se vogliamo, ma concreti. E’ auspicabile – si legge – l’immediata apertura di una nuova “Fase Costituente” con l’elezione di una nuova assemblea nazionale volta alla promulgazione di una nuova costituzione.

    Al punto 18 il programma propone l’introduzione del principio costituzionale dell’elezione del parlamentare attraverso la scelta preferenziale personale, salva la legislazione ordinaria sul sistema elettorale, elezione a doppio turno del Presidente del Consiglio da parte dei cittadini, piena libertà di quest’ultimo nella scelta del suo Gabinetto, senza la necessità del voto di fiducia in caso di rimpasto.

    Con riferimento all’organizzazione amministrativa invece, il punto 17 parla dell’abolizione delle Regioni e della contestuale costituzione delle Aree Metropolitane. Ai sindaci andrebbero così poteri verie il controllo, ciascuno, di una comunità di 600.000 cittadini. Via comuni, comunità montane, Regione a Statuto Speciale. 100 sindaci e un Governo. IL parlamento per Legiferare e sfiduciare, eventualmente, l’Esecutivo.

    Dice Tirelli: “quando la macchina si fa vecchia, è inutile cambiare i pezzi, a un certo punto va sostituita, anche se è stata una gran bella macchina”.
    Degno di grande interesse è il punto 5 che auspica una Ristrutturazione della Industria nazionale nel campo della produzione dei beni, con il ripristino dei contratti di lavoro a tempo indeterminato quale forma tipica del rapporto di lavoro.

    Rinnovato l’ interesse per la regolamentazione della divisione legislativa tra banche d’affari e di credito, e recupero del controllo della politica monetaria nazionale. Per dirla in maniera facile: Europa sì, Euro no. . Un lavoro stabile e sicuro è la base sociale necessaria per poter organizzare il “progetto vita” senza quel senso di precarietà economica che da sempre affligge l’esistenza dell’uomo contemporaneo.

    Il segretario politico Alexandro Maria Tirelli, noto alle cronache come avvocato penalista esperto di diritto internazionale, dice di volere ripartire dalla vita, ripartire dai progetti semplici ma concreti. “Bisogna creare una nuova classe dirigente, per portare la politica al centro del dibattito e metterla nelle condizioni di comunicare alla gente, bisogna spazzare via dal parlamento e dai talk show politici i ciarlatani, i nani e le ballerine. E ridare spazio alla cultura, alla conoscenza, alla competenza. Non esiste giustizia sociale e progresso senza meritocrazia”.




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