Variante Omicron, scoppia la guerra dei vaccini tra Pfizer e Moderna

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Variante Omicron. E’ scoppiata la guerra dell’efficacia dei vaccini tra le case farmaceutiche Pfizer e Moderna.

I primi sostengono l’efficacia del vaccino e della terza dose contro la Variante Omicron mentre da Moderna (che da due giorni hanno annunciato la messa in produzione di un nuovo vaccino) sostengono che l’efficacia sia molto ridotta.

 ”Il vaccino probabilmente non protegge dall’infezione perché abbiamo avuto dei casi, ma forse protegge dalla terapia intensiva. Ci sono più livelli di protezione: la positività, i sintomi, il ricovero in ospedale, la rianimazione. Ma la situazione è in continua evoluzione, molto difficile da prevedere. Vedo molti colleghi fare esternazioni più o meno rassicuranti ma sono solo speculazioni.

Nessuno sa con esattezza cosa accadrà. Una cosa però si può dire: quando venne scoperta la variante Delta, molte persone corsero a vaccinarsi e fecero bene. Perché più persone si vaccinano e meno possibilità ha il virus di evolvere e mutare. E quindi di continuare a diffondersi”.

Lo dice alla Stampa la vicepresidente senior di Pfizer-Biontech Katalin Karikó, la scienziata che ha creato l’Rna messaggero per i vaccini contro il coronavirus, aggiungendo che per capire se il siero servirà contro la variante Omicron, ”serve un numero molto ampio di dati, che ad ora non abbiamo. Lo avremo nelle prossime settimane, in un tempo anche relativamente breve”.

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    ”Non sappiamo, per esempio – spiega la scienziata parlando anche con il Corriere della Sera – quanti dei contagiati in Sudafrica erano vaccinati, quanti di loro si sono ammalati, quanto gravemente. Se hai 1 o 2 casi, serve a poco: occorrono numeri alti. La verità è che per ora non sappiamo. Tutti guardano ai numeri dei contagi in crescita.

    Però sappiamo anche quante differenti varianti sono già comparse finora: un’altra sudafricana, una giapponese, l’inglese, l’indiana, la latino-americana, ce n’è stata una in California. Semplicemente, il virus evolve continuamente. Questo però non significa che per ogni variante serva un nuovo vaccino. Magari possiamo scoprire che è diminuita l’efficacia contro l’infezione, ma la protezione resta comunque molto alta contro la malattia”.

    Variante Omicron
    Il tracciamento della variante omicron

    Quanto all’ok dell’Ema al vaccino ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, la scienziata, parlando con La Stampa precisa, che ”per un bambino la quantità di vaccino è ridotta rispetto a quella di un adulto, sono solo 10 microgrammi. Poi va valutata l’azione dell’mRna perché il vaccino ne rappresenta solo una piccola parte, mentre il virus è un pezzo ben più grande. Per questo serve una dose di certo per i bambini, io credo che ne serviranno due alla fine.

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    Credo basandomi sulla mia esperienza – prosegue – che le persone davvero vogliano sapere come funziona il vaccino. I livelli di preoccupazione sono diversi: c’è chi chiede come è prodotto, come viene usato, altri vogliono sapere cosa succede a cinque anni dall’inoculazione. A tutte queste persone rispondo, con ragioni scientifiche, ma di base non sanno cosa fa un biologo molecolare. Non hanno sufficienti conoscenze per sapere se ho ragione o torto. E per questo, continueranno a credere al loro credo. È una battaglia che non vinceremo mai”.

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