Giovanni "Nino" Savastano
Nino Savastano, consigliere regionale della Campania coinvolto nell’inchiesta della Procura di Salerno su presunti appalti truccati, oggi ha risposto per oltre due ore alle domande del gip Gerardina Romaniello.
L’esponente politico, eletto in quota Campania Libera alle scorse Regionali, ha provato a chiarire ogni aspetto, soffermandosi anche sul rapporto con Fiorenzo Zoccola, colui che la Procura di Salerno considera il ras delle cooperative sociali e che da lunedi’ e’ in carcere. Savastano, inoltre, ha sostenuto di non essere mai stato direttamente interessato dagli atti amministrativi che sono al centro della vicenda giudiziaria.
Nei prossimi giorni il suo legale difensore, l’avvocato Cecchino Cacciatore, dovrebbe presentare istanza al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. Nell’inchiesta che ha travolto la politica salernitana, infatti, sono coinvolte 29 persone, tra cui anche il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli.
Per dieci di loro e’ stata applicata la misura cautelare (uno in carcere, due ai domiciliari e 7 divieti di dimora). In mattinata sono comparsi dinanzi al giudice anche Dario Renato Citro, Vincenzo Landi (avvocato Michele Tedesco), Lucia Giorgio, Maria Grazia Mosca (avvocati Maurizio Casaburi e Gaetano Mansi) e Davide Minelli (avvocato Roberto Lanzi). Tutti si sono difesi dalle accuse e hanno provato a chiarire la propria posizione, mentre i rispettivi legali hanno presentato istanza di revoca della misura cautelare.
L’unico ad avvalersi della facolta’ di non rispondere e’ stato Davide Francese (avvocato Vincenzo Faiella) in quanto, da quanto si apprende, sarebbe stato molto provato dalla vicenda. Oggi il Tribunale di Salerno ha ospitato gli interrogatori di garanzia anche dei due indagati finiti ai domiciliari per le presunte minacce rivolte ai dipendenti di alcune cooperative sociali per orientare il voto in occasione delle ultime Amministrative di Salerno.
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La vicenda, in particolare, e’ legata ad un messaggio vocale che e’ stato inviato in una chat dei dipendenti della coop. Gianluca Izzo, difeso dall’avvocato Vincenzo Faiella, ha provato a chiarire il senso di quelle parole, spiegando che non si trattava di minacce e che non voleva in alcun modo condizionare il voto. Izzo, inoltre, ha spiegato di aver lasciato l’incarico di presidente della cooperativa gia’ nel 2010. Si e’ difeso dalle accuse anche Umberto Coscia, assistito dall’avvocato Ennio Bonadies.
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