Uccide uno straniero, arrestato assessore leghista: bagarre sulla legittima difesa

SULLO STESSO ARGOMENTO

Uccide un uomo di 39 anni di nazionalità marocchina con un colpo di pistola: arrestato assessore leghista con delega alla Sicurezza  di Voghera, si tratta di Massimo Adriatici.

Il politico leghista è agli arresti domiciliari per l’omicidio di Youns Boussetaoui raggiunto da un colpo di pistola esploso dalla sua arma, ieri sera, al culmine di una lite tra i due. Adriatici è accusato di eccesso doloso in legittima difesa.

Il fatto e’ accaduto intorno alle 22 di ieri sera, 20 luglio, davanti a un bar che si affaccia su piazza Meardi a Voghera. I carabinieri di Pavia stanno procedendo con le indagini per chiarire la dinamica della vicenda. Adriatici e’ assessore alla sicurezza nella Giunta di centrodestra guidata dalla sindaca Paola Garlaschelli.



    Il colpo, secondo quanto accertato fino ad ora dai carabinieri di Pavia, è stato esploso al culmine di una lite tra i due avvenuta davanti ad un bar, ed ha centrato al petto la vittima. Il ferito e’ stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Voghera. Le sue condizioni, che all’inizio non sembravano preoccupanti, si sono aggravate rapidamente sino alla morte avvenuta nella notte. Adriatici, ex poliziotto, avvocato e assessore alla Sicurezza nella giunta di centrodestra guidata dal sindaco Paola Garlaschelli, deteneva regolarmente la pistola con cui ha sparato. La vittima è stata centrata da un unico colpo al petto.

    “Stavo passeggiando in piazza Meardi quando ho notato quell’uomo infastidire i clienti di un bar. Mi sono avvicinato, l’ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la Polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. E’ stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. Ha detto Adriatici al magistrato, interrogato dopo i fatti. Secondo una prima ricostruzione, la vittima che aveva numerosi precedenti penali avrebbe affrontato l’assessore mentre chiamava il commissariato chiedendo l’intervento sul posto di una volante. Disposta l’autopsia sul corpo dell’uomo, centrato da un unico colpo al petto.

    Nell’intervista del 2018, l’assessore parlò della legittima difesa
    Massimo Adriatici, eletto nelle file della Lega, e’ titolare di uno studio di avvocatura molto noto, ed e’ salito all’onore delle cronache locali per iniziative contro la cosiddetta ‘malamovida’ come l’abuso di sostanze alcoliche nelle ore serali. In un’intervista alla Provincia Pavese del 29 marzo 2018 affermava che “L’uso di un’arma deve essere giustificato da un pericolo reale, per la persona che la usa, per le sue proprieta’ o quelle altrui. Ma questo non significa farsi giustizia da soli. Ovvero, la legittima difesa si configura se sparo per evitare che qualcuno spari a me, o non ci sono altro mezzi per metterlo in fuga ed evitare che rubi. Sparare deve essere l’extrema ratio, l’ultima possibilita’ da mettere in atto se non ne esistono altre”. 

    Le ragioni previste per la legittima difesa elencate nel 2018 non sembrano rispecchiare quanto accaduto ieri sera a Voghera, visto che la vittima non era armata. Ma sulla legittima difesa punta la Lega, il partito di Paratici, per giustificare quanto accaduto.

    E mentre l’assessore parla di un colpo partito accidentalmente (per uno spintone dell’uomo), e questo presupporrebbe Paratici impugnasse la pistola pronta a sparare, fonti della Lega e lo stesso leader della Lega, Matteo Salvini sostengono che “la tragedia di Voghera sarebbe frutto di una risposta a un’aggressione con un colpo partito accidentalmente. La vittima era una persona nota in città e alle forze dell’ordine per episodi di ubriachezza e violenze”. “Altro che far west a Voghera si fa strada l’ipotesi della legittima difesa”. Ha commentato Matteo Salvini, in un video sulle sue pagine social quanto avvenuto a Voghera. “Aspettiamo la ricostruzione dei fatti, non ci sono cittadini che con il legittimo possesso delle armi vanno in giro a sparare, a fronte di una aggressione come estrema ratio – ha aggiunto – ovviamente la difesa e’ sempre legittima”.




    LEGGI ANCHE

    Arrestati altri 3 fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro: uno gestiva i fondi del Pnrr al Nord

    I Carabinieri del Ros hanno inferto un nuovo colpo alla rete di fiancheggiatori che ha protetto Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Sono stati arrestati infatti Massimo Gentile, architetto, per associazione mafiosa; Cosimo Leone, tecnico radiologo, per concorso esterno in associazione mafiosa e infine Leonardo Gulotta, anch'egli accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero...

    Sciolti i comuni di Monteforte e Quindici, è attesa per la nomina dei commissari

    Il Prefetto di Avellino, Paola Spena, si appresta a nominare nei prossimi giorni i commissari che prenderanno in carico l'amministrazione dei comuni di Monteforte Irpino e Quindici. Queste nomine arrivano in seguito allo scioglimento dei rispettivi Consigli Comunali, una decisione deliberata dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a causa di presunti condizionamenti mafiosi. Secondo quanto riportato, i commissari, tre per ciascun municipio, rimarranno in carica per i prossimi diciotto mesi,...

    Napoli, svelati due omicidi di camorra: scattano gli arresti

    Napoli: svelati due omicidi di camorra. Dalle prime luci del giorno i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli stanno dando esecuzione a due misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, relative a due omicidi aggravati dal metodo mafioso. Si tratta di due omicidi avvenuti negli ani scorsi e su cui si è fatta luce grazie alle informazioni fornite da alcuni pentiti.

    Camorra, omicidi dell’innocente Giulio Giaccio e di Pasquale Manna: 6 arresti

    Altri arresti per gli omicidi di Giulio Giaccio e Pasquale Manna. Stamattina, i Carabinieri di Napoli hanno eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone emesse dal Gip del Tribunale partenopeo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Sono stati arrestati tre esponenti del clan Polverino di Marano di Napoli per l'omicidio di Giulio Giaccio, un operaio di 26 anni, ucciso per errore nel luglio del 2000.Fu scambiato per un...

    IN PRIMO PIANO

    LE VIDEO STORIE