Villaricca, mamma e figlia arrestate per usura

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Mamma e figlia prestavano soldi a usura a parenti e amici: arrestate. In casa avevano 160mila euro in contanti, sequestrati.

Nella mattinata odierna personale appartenente alla Squadra Investigativa del Commissariato di P. S. Giugliano – Villaricca ha dato esecuzione a 2 ordinanze applicative della misura cautelare della custodia in carcere, emesse dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura della Repubblica, a carico di due donne, madre e figlia, residenti in Villaricca, raggiunte da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di usura, estorsione, violenza privata aggravata.

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Le due donne risultano indagate per il reato di usura in concorso con un altro soggetto, loro congiunto, già condannato nonché destinatario di ordinanze cautelari per condotte di reato di tenore analogo a quelle oggi contestate. Nel corso delle indagini il predetto soggetto è deceduto.



    Le indagini, iniziate a seguito della denuncia di un soggetto vittima di usura, condotte anche attraverso attività di intercettazione, hanno permesso di delineare un grave quadro indiziario a carico dei predetti indagati.

    E’ emerso con chiarezza come i soggetti monitorati fossero soliti concedere prestiti ad amici, parenti, conoscenti, dietro pagamento di interessi usurari, obbligando le vittime a versare periodicamente rate a solo titolo di interessi sul debito. Nel caso di specie la vittima, a fronte di un prestito di 10.000 euro, restituiva, obbligata, una somma pari ad oltre 26.000 euro nell ‘arco di due anni. Nonostante ciò, gli indagati ritenevano che la persona offesa dovesse ancora restituire metà del prestito ricevuto. Oltre al denaro, la vittima veniva costretta a consegnare altre utilità, nello specifico grossi quantitativi di beni alimentari, recapitati gratuitamente ed a cadenza settimanale.

    Le indagate, con chiaro intento intimidatorio, nel rapportarsi alla vittima facevano a più riprese riferimento al suicidio, avvenuto nel luglio 2018, di un imprenditore vessato dalle continue richieste usurarie ed estorsive avanzate proprio dal loro congiunto poi deceduto. In tal modo la persona offesa veniva intimorita con la prospettazione di poter incorrere in analoga sorte qualora non avesse dato seguito a tutte le illecite richieste che gli venivano rivolte.

    Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono state disposte ed eseguite perquisizioni a carico delle due indagate, presso l’abitazione dell’originario coindagato recentemente deceduto, nonché nei confronti di altri due soggetti a vario titolo coinvolti nelle indagini, al fine di acquisire ulteriori elementi di prova. Le attività davano positivo riscontro, consentendo di rinvenire presso l ‘abitazione delle due donne, tra le altre cose, una considerevole somma di denaro, occultata m van punti della casa, per un importo complessivo superiore ai 160.000,00 euro.




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