Napoli, statue rubate dalla Chiesa: indagini sulla suocera del boss

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I carabinieri e la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno aperto un’inchiesta sul ritrovamento di tre statue del ‘600 scoperte nei locali dove ha sede un’associazione della Madonna dell’Arco, nel quartiere Arenaccia.

Le tre statue invece  avrebbero dovuto trovarsi nella chiesa di San Giovanni e Paolo di piazza Ottocalli, situata vicino alla sede dell’associazione dove sono state trovate. A scoprire la vicenda e’ stato il quotidiano il Mattino che ha subito avvertito i carabinieri del comando provinciale. Sabato scorso i militari si sono recati nella sede dell’associazione dove hanno trovato e sequestrato le sculture malgrado le vibranti rimostranze dei presenti. Le tre opere, raffiguranti la Madonna del Rosario con il bambino Gesu’ tra le braccia, San Domenico e Santa Rosa, sono state sottoposte ai controlli degli esperti militari dello speciale reparto del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale i quali hanno confermato i sospetti: si tratta proprio di quelle tre statue che dovevano trovarsi nella chiesa di San Giovanni e Paolo di piazza Ottocalli, situata vicino alla sede dell’associazione dove sono state trovate. Nelle immediate vicinanze abita anche la suocera di tre elementi di spicco della camorra napoletana, Patrizio Bosti, Francesco Mallardo ed Eduardo Contini, tutti e tre reclusi in regime di 41bis e sposati con tre sorelle. Secondo la ricostruzione fatta dal quotidiano potrebbe essere stata proprio la madre di queste tre sorelle a far prelevare le statue dalla chiesa, che fu chiusa ai fedeli nel 2012. Secondo quanto emerso dagli accertamenti non risultano che siano state presentate denunce riguardo il presunto furto delle tre sculture. Sulla vicenda la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha quindi aperto l’indagine: i militari sono ora impegnati ad accertare come mai le tre sculture siano state portate via dalla chiesetta del centro di Napoli chiusa per problemi statici affidata alla confraternita della Madonna dell’Arco. Resta, infatti, da capire perche’ siano finite nella sede dell’associazione dove sono state trovate, e soprattutto le eventuali responsabilita’.

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    “Non è una novità che la camorra tenti di appropriarsi del patrimonio artistico, culturale e religioso del territorio. Un modo per pulirsi la coscienza ma anche per sancire il suo potere, per guadagnarsi il rispetto del quartiere. È un potere che gli deve essere tolto ed è per questo che bisogna insistere e proseguire determinati nelle operazioni di rimozione di murale ed edicole votive dedicate a boss e criminali. Si tratta di abusi culturali, di tentativi di appropriarsi materialmente del territorio e della sua identità per fare propaganda camorristica, per dettare la propria legge. Esempio di ciò sono non solo le tante cappelle erette per omaggiare boss ma anche le antiche edicole votive utilizzate come nascondigli per la droga e le armi.

    Le istituzioni devono rispondere a ciò in maniera decisa. Via i simboli della camorra per fare spazio ai valori di legalità.”- ha dichiarato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.


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