Arrestati per minacce alla ditta di pompe funebri: il tribunale di Santa Maria Capua Vetere assolve Pietro Cirella ed Eugenio Galluccio
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ha assolto e posto in libertà dopo quasi dieci mesi il 45enne Pietro Cirella e il 59enne Eugenio Galluccio - il primo ristretto ai domiciliari, il secondo in carcere - che erano imputati per tentata estorsione e, solo Cirella, per illecita concorrenza con minaccia o violenza; per entrambi i reati era contestata l'aggravante di aver agito con modalità mafiose.
Il collegio presieduto da Giovanni Caparco (giudice a latere Francesco Maione e Patrizia Iorio) ha assolto i due imputati con formula piena, "perché il fatto non sussiste", inviando gli atti in Procura perché valuti la sussistenza del reato di falsa testimonianza per il teste chiave, l'operatore socio-sanitario Giovanni Ruoppo, le cui dichiarazioni avevano contribuito a far arrestare Cirella e Galluccio. Il pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Simona Belluccio, che ha sostenuto l'accusa in dibattimento, aveva chiesto otto anni di carcere per entrambi.
Il processo è stato molto veloce: Cirella, imprenditore delle pompe funebri, e Galluccio, sono finiti in carcere appena nel giugno del 2020, accusati di aver compiuto pesanti minacce verso un'azienda concorrente di Cirella - che ha presentato denuncia nel 2019 costituendosi poi parte civile - affinchè non svolgesse più i funerali nel comune di Carinola.
L'aggravante mafiosa fu contestata perché il 59enne Galluccio è ritenuto esponente del clan Esposito di Sessa Aurunca, e in passato è stato condannato in via definitiva per reati di camorra.Potrebbe interessarti
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Il Riesame di Napoli confermò le misure emesse dal Gip, così la Procura partenopea chiese il giudizio immediato. Le difese di Cirella (avvocati Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato) e Galluccio (avvocato Edoardo Razzino) hanno sempre sostenuto l'insussistenza dell'ipotesi di accusa e l'inattendibilita' del teste Ruoppo, che raccontò delle minacce ricevute dagli imputati nell'ottobre 2019 in occasione del funerale di una donna di Carinola, che era stato organizzato dalla ditta concorrente di Cirella; episodio che fu determinante per le indagini e per l'arresto dei due imputati.
I giudici però non hanno creduto a Ruoppo, anche perché la difesa ha fatto emergere, in relazione allo stesso episodio, come fosse stato proprio Cirella a denunciare la richiesta di danaro proveniente da Ruoppo per svolgere il funerale, che alla fine fu fatto dal concorrente, e come questa denuncia fosse stata presentata prima delle esequie. Le motivazioni saranno depositate entro trenta giorni.
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