La citta’ di Napoli “non deve mai perdere la speranza perche’ una terra che perde la speranza e’ una terra morta”. E’ il monito del cardinale Crescenzio Sepe nell’incontro una delegazione di giornalisti al termine del suo esercizio episcopale alla guida della diocesi partenopea. In 14 anni, ha confidato Sepe ai giornalisti “mi sono preoccupato di incarnarmi in questa realta’ per farla mia, per poter dare un contributo”. L’arcivescovo uscente di Napoli ha ricordato tutte le iniziative di solidarieta’ che sono state avviate dal 2006 ad oggi (tra cui l’asta di beneficenza che si e’ svolta in collaborazione con la sede Rai di Napoli) e poi il giubileo diocesano straordinario “che coinvolse davvero tutti”.
“Sono venuto a Napoli per mettermi al servizio della mia terra. Dopo essere stato all’estero e a lungo in Vaticano volevo fare qualcosa per la mia regione. Io sono nato a Carinaro, a 16 chilometri da qui, e sentivo Napoli come la mia città”. Sepe ha ricordato, visibilmente commosso, quando nel 2006 chiese “a papa Benedetto XVI di fare qualcosa per la mia terra”, con lo sguardo rivolto ai piu’ deboli. Fece il suo ingresso in diocesi dal quartiere di Scampia. E in questa terra, ha aggiunto facendo un bilancio di 14 anni di attivita’, “ho trovato un clero straordinario e laici culturalmente e spiritualmente impegnati. Qualcosa di eccezionale”. Il cardinale Sepe ha anche fatto menzione ai momenti non facili vissuti: “Ricordo gli anni dell’emergenza rifiuti, quando la citta’ veniva definita ingiustamente in un certo modo. Anche io quando andavo fuori dicevano: “E’ venuto il cardinale dei rifiuti”. Poi quando in cattedrale, dopo il ferimento di un giovane, invito’ a depositare i coltelli ai piedi dell’altare: “Raccogliemmo 240 coltelli – ha detto il cardinale Sepe – era il segno di una citta’ che voleva cambiare”.
Il nuovo arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, sara’ in citta’ il prossimo 2 febbraio quando sara’ accolto in cattedrale dal cardinale Crescenzio Sepe, che ha lasciato dopo 14 anni, per raggiunti limiti di eta’. La cerimonia di insediamento dell’arcivescovo Battaglia (che e’ stato trasferito da papa Francesco a Napoli dalla diocesi di Cerreto Sannita, nel Sannio) vedra’ la presenza di 200 persone in cattedrale, di un altro centinaio nell’attigua basilica di Santa Restituta, nel rispetto del distanziamento imposto per il contrasto al contagio da Covid. “E’ prevista la lettura della bolla pontificia di nomina – ha spiegato – e poi il passaggio di consegne attraverso la consegna del pastorale al nuovo arcivescovo che successivamente salira’ sulla cattedra. Da quel momento e’ ufficialmente l’arcivescovo di Napoli”.
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