C'è una impronta che potrebbe imporre una svolta alle indagini sull'omicidio del ginecologo napoletano, Stefano Ansaldi avvenuto tre giorni fa nei pressi della stazione ferroviaria di Milano.
E' una impronta che ha lasciato il killer sul corpo della vittima. Anche se chi era stato ucciso è stato talmente attento da non lasciare impronte sul coltello da cucina, con una lama di una ventina di centimetri, e usato per uccidere e ritrovato sabato scorso accanto al cadavere di Stefano Ansaldi, sotto l'impalcatura di un palazzo in ristrutturazione tra via Macchi e via Scarlatti. Gli investigatori sono convinti che vittima e killer si conoscessero e che addirittura avessero un appuntamento. Altrimenti non si piega perchè siano scomparsi il cellulare di Stefano Ansaldi, alcuni documenti e pare anche 20mila euro in contanti che l'uomo potrebbe avere avuto con se.
Omicidio del ginecologo: i misteri della visita di Ansaldi a Milano
Una morte con un contorno di elementi molto strani, dall'assenza del cellulare fino alle dichiarazioni dei primi testimoni che non hanno visto persone fuggire, su cui inquirenti e investigatori stanno indagando da tre giorni senza scartare alcuna ipotesi, dall'omicidio per un movente personale o economico fino al suicidio. Inizialmente si era parlato di una rapina finita male, ma diversi dettagli gia' non quadravano: l'efferatezza di quella coltellata, quasi chirurgica, a recidere di netto la giugulare e che non pare essere stato un colpo sferrato da davanti; il Rolex del 65enne lasciato a terra e il coltello vicino al corpo, che semmai ha fatto pensare piu' ad un raptus per motivi personali.
Di ieri, poi, pure la sensazione che investigatori e inquirenti stessero seguendo una pista precisa per risolvere il 'giallo', scandagliando soprattutto nelle attivita' e nelle conoscenze, anche a Milano, del medico, originario di Benevento e con un studio in piazza Cavour a Napoli noto nel campo della fecondazione assistita.Potrebbe interessarti
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Con l'analisi delle telecamere di sorveglianza e' stato accertato che per quelle tre ore, tra le 15, quando e' sceso dal treno, e le 18, quando e' stato trovato morto, e' rimasto sempre attorno alla Centrale. "Non c'e' una pista prevalente, tutte sono al vaglio", viene spiegato in Procura. Non e' stato trovato nemmeno il portafogli, ma c'e' il sospetto che non lo avesse con se', perche' comunque aveva documenti e soldi nelle tasche. "L'abbiamo visto crollare a terra, e' sopravvissuto pochi secondi", hanno raccontato i due testimoni che erano in via Macchi quel pomeriggio. "Non abbiamo visto persone fuggire", hanno aggiunto. Intanto, l'ipotesi del gesto estremo viene approfondita per cercare di risolvere il mistero. Gli esami autoptici gia' disposti potranno essere utili per fare chiarezza sulle modalita' del taglio inferto alla gola del ginecologo, che indossava dei guanti in lattice, particolare abbastanza comune in periodo di emergenza Covid. Allo stesso modo, andranno avanti le analisi scientifiche sul coltello, sul quale per ora non sono state trovate impronte.






