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Attraverso una complessa indagine, i Carabinieri hanno individuato ventinove persone. Quattro i ladri che organizzavano i ‘colpi’, da cui il nome dell’indagine “FourFour”, i rimanenti indagati sono ricettatori e acquirenti. L’attivissima banda criminale è ritenuta responsabile di 55 furti, molti dei quali si sono conclusi con lieto fine e beni restituiti, come per il Tesoro di San Donato di Acerna (SA) e altri beni in tutta Italia, a Potenza, Matera, Occhiobello, per citarne soltanto alcuni. Ladri senza scrupoli che non hanno esitato, dopo aver discusso con i ricettatori, a dedicarsi ad altri tipi di crimini, come la rapina e il sequestro di un anziano.
Di fondamentale importanza per l’individuazione dei beni è risultata la comparazione delle immagini con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC, che ha consentito di identificare le opere trafugate. La pubblicazione delle “Linee Guida per la Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici”, avvenuta nel 2014 nell’ambito della collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, l’Arma dei Carabinieri e la Conferenza Episcopale Italiana, ha affrontato una problematica cruciale e tuttora attuale nel panorama delle azioni di tutela del patrimonio culturale italiano, che vede gli edifici religiosi spesso colpiti dalle azioni criminose dei ladri di opere d’arte e manufatti artistici. Conciliare le esigenze di protezione dei beni ecclesiastici con quelle devozionali è un obiettivo continuamente perseguito dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale insieme alle Diocesi italiane.





