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“Da anni – continua – denuncio che le aziende conciarie sono tra le principali fonti di inquinamento del Sarno. Il 27 aprile scorso, a seguito dell’ordinanza del governatore De Luca che riapriva dopo il lockdown le concerie, presentai un’interrogazione parlamentare affinché il Ministero all’Ambiente si occupasse dell’inquinamento causato dalle aziende. Erano i giorni in cui le acque del fiume si presentavano limpide, sapevo che con la riapertura degli impianti sarebbe presto svanito tutto. Fui attaccata dagli industriali che inviarono una lettera infuocata tramite UNIC Concerie Italiane a Ministero e prefetti. Eppure io ho sempre sostenuto che gli imprenditori onesti avevano tutta la mia stima e che, d’altro canto, non avevano nulla da temere nei controlli che chiedevo al ministro Costa. Al contrario, sono del parere che l’imprenditore che inquina deve pagare i danni arrecati e andar via per sempre. Il 22 luglio scorso il ministero risponde alla mia interrogazione spiegando che a cavallo della riapertura delle aziende erano stati effettuati i campionamenti delle acque del fiume e che dei risultati sarebbero stati informati i Carabinieri del NOE che nel frattempo avevano ripreso a effettuare i controlli delle aziende.
Ho sempre cercato un’interlocuzione con gli imprenditori che avevano voglia di portare avanti aziende sostenibili e innovative, ma nessuno si è mai fatto avanti. Eppure è notizia di pochi giorni fa che le aziende conciarie hanno siglato l’accordo con Vera Corbelli (segretario Autorità di Bacino) affinché siano controllate le produzioni industriali e gli impatti sull’ambiente. Spero che ora, con l’accordo tra gli imprenditori conciari e l’Autorità di bacino, le cose cambino realmente. Già durante il commissariamento le aziende furono aiutate ad adeguare i cicli produttivi per limitarne l’impatto ambientale, ma la situazione non mutó e anche il processo di certificazione EMAS applicato al distretto industriale non ha dato i risultati auspicati, sono poche infatti le aziende certificate e del distretto APO-EMAS non c’è più traccia. È inoltre notizia di ieri del sequestro di una conceria a Solofra, con 6 imprenditori indagati, per smaltimento illecito di rifiuti. Io ci sono per tutti, per confrontarci e trovare soluzioni concrete. La priorità deve essere il Sarno, ci sto provando da ormai 10 anni con tenacia e spesso da sola. Qualcosa oggi si sta muovendo, con l’incremento notevole dei controlli, e avere gli imprenditori conciari nel Masterplan è un primo passo, sperando che anche altre aziende rientrino nel Masterplan”, conclude La Mura.
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