De Angelis prestava servizio nel carcere di Poggioreale, era sposato e aveva tre figli, quando fu ucciso da due sicari a volto coperto mentre giocava a carte in un circolo ricreativo di Cesa, piccolo paese casertano dov’era nato. Addetto alla ricezione dei pacchi dei detenuti, non aver abbassato la testa ai criminali camorristi che pretendevano di far entrare nel carcere armi e altri contenuti illegali.
“Oggi per impegni parlamentari non ho potuto partecipare alla cerimonia di intitolazione della casa circondariale di Arienzo in ricordo dell’estremo sacrificio dell’agente De Angelis che aveva appena 37 anni e ha dato la vita per rimanere fedele al suo mandato e non cedere al ricatto della camorra – è il commento del sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi -.
In quegli anni a Poggioreale si combattevano guerre sanguinarie tra clan nemici e De Angelis con la sua fermezza ha impedito loschi affari e regolamenti di conti. Alla sua famiglia e all’amministrazione del carcere giunga il mio più sentito ringraziamento e saluto”.
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