I due sono ritenuti responsabili dell’agguato a colpi di pistola esplosi tra la folla, avvenuto il 3 maggio 2019 in piazza Nazionale, a Napoli, nel quale venne anche gravemente ferita Noemi, una bimba che all’epoca dei fatti aveva 4 anni, e la nonna. Vero obiettivo del raid era Salvatore Nurcaro, ritenuto un esponente di un clan loro rivale, anch’egli rimasto gravemente ferito. Al termine della requisitoria i pm antimafia Antonella Fratello e Simona Rossi avevano chiesto 20 anni di carcere per i due fratelli. Noemi rimase ricoverata in ospedale per molti giorni in pericolo di vita.
Confermata dai giudici l’aggravante mafiosa in relazione al tentato omicidio, stralciata invece in relazione alla ricettazione di una moto utilizzata durante le fasi dell’agguato. Ad assistere alla lettura della sentenza c’era anche il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo. Stamattina, invece, durante l’arringa dell’avvocato Leopoldo Perone, legale di Antonio Del Re, era presente in aula anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, accompagnato dall’assessore comunale Alessandra Clemente. Perone, nel suo intervento, durato circa due ore, ha contestato, in sostanza, l’ipotesi di premeditazione dell’agguato (“si sarebbe trattato di un’azione estemporanea”, ha detto) e l’aggravante mafiosa, chiedendo, contestualmente, al giudice una riduzione della pena (gli inquirenti hanno chiesto 20 anni).
Antonio, viene indicato come colui che offri’ appoggio logistico al fratello Armando (difeso dall’avvocato Claudio Davino) che invece, per gli inquirenti, sarebbe stato il killer che quel giorno, malgrado la folla, sparo’ contro Salvatore Nurcaro, ritenuto appartenente a un clan rivale. I colpi, pero’, ferirono gravemente anche la piccola Noemi e di striscio la nonna, con la quale si trovava. Drammatiche furono le immagini dell’agguato, diventate virali, dove il sicario, incurante della bambina a terra gravemente ferita, la scavalca per cercare di portare a termine il raid. Anche Nurcaro rimase ferito gravemente.
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