"Una decisione - dichiara l'assessore- presa con rabbia ed amarezza ma non c'era altra possibilita'. Aprire il 14, come ha suggerito la Ministra, e poi chiudere per la preparazione dei seggi elettorali in vista del voto del 20 e 21 settembre, avrebbe significato mandare i ragazzi a scuola per non piu' di tre giorni, considerato che in tutti gli istituti l'inizio delle lezioni e' sempre scaglionato tra le diverse classi. E questo non e' serio, per i docenti, per gli studenti, per le famiglie. Mai come quest'anno, che ha cosi' profondamente ferito il mondo della scuola, il ritorno tra i banchi deve essere un momento solenne. L'istruzione e' un diritto e dunque lo Stato ha il dovere di tutelarlo e di garantirne sempre l'esercizio. Anche prima delle elezioni".