‘Abbiamo fatto un’associazione a delinquere…’: arrestati 6 carabinieri a Piacenza per spaccio, estorsione e tortura

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“Hai presente Gomorra? Le scene di Gomorra. E’ stato uguale e io ci sguazzo in queste cose. Tu devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato!…Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili” .

 

Cosi’, in un’intercettazione finita agli atti dell’ordinanza che a Piacenza hanno portato all’arresto di sei carabinieri e al sequestro di una stazione, uno degli indagati (non un carabiniere) racconta al suo interlocutore i modi con cui uno dei carabinieri arrestati si era fatto consegnare un’auto. Motivo per cui, fra le ipotesi di reato, c’e’ anche l’estorsione.

Alcuni militari sono stati sottoposti a ordinanze cautelari in carcere, altri ai domiciliari. I reati ipotizzati, a vario titolo, andrebbero dall’estorsione, allo spaccio di droga e alla tortura. Tra i reati contestati all’Arma, lo spaccio di sostanze stupefacenti, la ricettazione, l’estorsione, l’arresto illegale, la tortura. Sono 12 le misure di custodia cautelare in carcere all’indirizzo di 5 militari appartenenti all’Arma dei carabinieri, sei uomini italiani e un maghrebino e cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, di cui un carabiniere, oltre a quattro misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tre delle quali per militari dell’Arma e una misura dell’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza, che ha colpito sempre un carabiniere.



    Complessivamente “ci sono state 12 misure di custodia cautelare in carcere – ha detto il procuratore capo di Piacenza, Grazia Pradella durante la conferenza stampa – tra cui 5 militari dell’arma dei Carabinieri, 6 soggetti italiani e un magrebino”. Poi sono state eseguite “5 misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari, tra cui un militare appartenente all’Arma dei carabinieri” e quattro misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tra cui 3 a carico di militari appartenenti all’Arma dei carabinieri”. Infine, “una misura di obbligo di dimora nella provincia di Piacenza – ha detto il pm – che ha colpito sempre un militare appartenente all’Arma”. La caserma sequestrata, al centro dell’inchiesta, e’ quella della stazione di Piacenza Levante. “In questa caserma solo un militare – ha detto il procuratore capo di Piacenza – non appare, allo stato, coinvolto. Tutti gli altri sono stati colpiti da provvedimenti cautelari”.

    “Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili”. Sono alcune frasi, agli atti dell’ordinanza che ha portato all’arresto di alcuni carabinieri e al sequestro di una caserma a Poacenza, raccolte da un’intercettazione ambientale. “Abbiamo trovato un’altra persona – prosegue l’intercettazione – che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ e la roba gliela diamo noi!”.

    In una conversazione ambientale del 21 febbraio scorso, su una consegna di denaro al graduato dell’Arma quale compenso per il trasporto e la custodia dello stupefacente da piazzare, lo spacciatore lo incita a tenersi i soldi per sé, “te li tieni solo per il viaggio”. E a quel punto il carabiniere chiede: ”Quindi, questi qua che dobbiamo fare, li dobbiamo mettere in garage?”, ”Si, un po’ te li lascio a te, magari se me li tieni te…” gli dice l’altro. ”Si, si, me li tengo io, ho il garage”. A conferma della staffetta e dello stoccaggio dello stupefacente nell’abitazione del carabiniere c’è il localizzatore gps sull’auto in uso al militare, che attesta il viaggio fatto, appunto, da Milano a Piacenza.

    “Tutti gli illeciti piu’ gravi sono stati commessi in piena epoca Covid e del lockdown, con disprezzo delle piu’ elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio. Mentre la citta’ di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a casa delle norme anti covid”. Lo ha affermato il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, illustrando i dettagli dell’operazione che ha portato al sequestro di una caserma.

    Ci sono anche “arresti completamente falsati e perquisizioni arbitrarie” nell’ordinanza da 300 pagine che il gip del Tribunale di Piacenza ha emesso nei confronti dei sette carabinieri della caserma Levante di Piacenza che questa mattina sono stati arrestati. Sei sono in carcere e uno, il maresciallo che comanda la stazione, agli arresti domiciliari. Lo ha riferito il procuratore capo di Piacenza, Grazia Pradella, durante la conferenza stampa tenuta in procura della Repubblica insieme ai vertici della Guardia di Finanza, e ai due pm Matteo Centini e Antonio Colonna che hanno coordinato le indagini.

    – “I fatti sono di estrema gravità ma non intaccano la fiducia che la procura della Repubblica di Piacenza ha nei confronti dell’Arma dei carabinieri”. Così la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella, in conferenza stampa, nell’illustrare l’indagine che ha portato all’arresto di sei carabinieri e al sequestro di una caserma della città. La pm ha parlato di “una situazione di illegalità molto grave e diffusa a un’intera caserma” e di “aspetti molto, molto gravi. Incomprensibili, all’inizio, agli stessi inquirenti”. “Ritengo che quest’indagine abbia una finalità non solo, come dice il gip nell’ordinanza, di rendere giustizia ma anche di rendere giustizia a quei tanti militari che nel territorio piacentino e nel territorio italiano quotidianamente svolgono il loro dovere con passione e sono vicini alle persone”, ha aggiunto Pradella.

    “Faccio un po’ fatica a definire questi soggetti dei carabinieri. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito, per quello che abbiamo potuto percepire”. Ha detto ancora la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella. “Gli attuali imputati sono stati monitorati minuto per minuto attraverso intercettazioni telefoniche e soprattutto telematiche. Tutti gli illeciti più gravi contestati sono stati commessi in epoca Covid, in piena epoca lockdown e con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dalla presidenza del Consiglio attraverso i vari decreti via, via emanati”, ha sottolineato Pradella. Secondo gli accertamenti della procura piacentina, “solo un militare” della caserma sotto inchiesta non sarebbe “allo stato” coinvolto.

    Il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego” per i militari coinvolti nell’inchiesta della procura di Piacenza che ha portato al sequestro di una caserma e destinatari dell’ordinanza di misura cautelare. Il comando generale, sottolinea una nota dell’Arma, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.




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