Un’unica coltellata al cuore, precisa, netta. Con forza, talmente forte che la lama di oltre dieci centimetri è penetrata tutta nello sterno. E’ morto così secondo l’autopsia effettuata oggi, l’incolpevole padre di famiglia di Piscinola, Patrizio Falcone, ucciso quattro giorni fa da un vicino di casa, Mauro Severino, per una banale litigio condominiale. Domani mattina intanto si terranno i funerali nella chiesa S. Salvatore in Piazza Giovanni Bernardino Tafuri, 1.
I familiari chiedono giustizia: “Non si può morire così”. E’ il nipote Francesco Di Palma che parla a nome di tutti. E racconta: “Zio Patrizio ha perso la vita, non per cause naturali bensì. Mauro Severino ha avuto la brillante idea di pugnalare zio Patrizio al cuore. Il motivo?, Perché gli dava fastidio che i figli durante la giornata stessero in terrazza con la piscina e le sedie a dondolo. Tra l’altro Mauro Severino non abita neanche nello stesso palazzo, ha solo una piccola finestra a 5/6 metri di distanza dalla terrazza. Tra l’altro quella non dovrebbe essere neanche la sua casa (casa di Mauro), perché ci vive illegalmente, è un occupante. Si può morire per mani di un “vicino” tra l’altro di finestra, perché non sopportava le voci o chissà cosa?”. Si chiede il nipote. E poi aggiunge: “Zio era stato invitato dallo stesso Mauro ad andare nel palazzo affianco, così facendo all’incontro ha pensato di ficcare il coltello al petto ed intimidendo la suocera di Patrizio ad entrare in casa altrimenti avrebbe ricevuto lo stesso trattamento, pochissimo dopo si è costituito. Le persone diranno: ma per fare una cosa del genere questo signore è un pazzo!
E poi conclude: “Non è un momento facile per me e per tutta la famiglia. Ma dobbiamo far sapere quello che ha fatti Mauro Severino che ha deciso di togliere la vita di un’altra persona, lasciando moglie con due figli, di diciotto e quattordici anni. Non ci daremo mai pace, abbiamo perso la serenità, . Vogliamo giustizia. La legge deve fare il suo percorso, che lo faccia per bene perché siamo degli onesti lavoratori e non degli assassini che un giorno decidono di sentirsi Dio e togliere la vita”.