Riciclava danaro per la ‘ndrangheta, sequestro milionario a Pasquale Mucerino di Nola

SULLO STESSO ARGOMENTO

Bologna. Riciclava danaro per la ‘ndrangheta: sequestro beni a Pasquale Mucerino. La Dia ha eseguito un sequestro per 1,5 milioni, emesso dal Tribunale di Bologna, nei confronti di Mucerino, 53enne originario di Nola ma domiciliato a Fontevivo in provincia di Parma. Le indagini hanno svelato la sproporzione tra redditi dichiarati e i beni nella disponibilità di Mucerino e del suo nucleo familiare, nel medesimo arco temporale che lo ha visto coinvolto in diversi procedimenti penali. Mucerino è stato giudicato per reati contro il patrimonio, contro la persona, contro l’amministrazione della giustizia e fiscali, tra i quali spicca l’arresto del 2002 nell’ambito dell’operazione “Black eagles” (eseguito dal ROS dei Carabinieri di Perugia), con l’accusa di aver riciclato i proventi del traffico di sostanze stupefacenti per conto della ‘ndrina “Facchineri” di Cittanova in provincia di Reggio Calabria. Sono stati sottoposti a sequestro 15 immobili (tra fabbricati e terreni), in Emilia Romagna, Umbria e Campania, 8 società di capitali, 26 autoveicoli oltre a diversi rapporti bancari, per un valore stimato in oltre 1,5 milioni di euro.




LEGGI ANCHE

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE