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“Come già annunciato dal ministro Costa, verranno effettuati serrati controlli per monitorare la qualità delle acque del fiume e capire, sopratutto in questa fase di ripresa delle attività, quali sono quelle con comportamenti illeciti e irrispettosi della salvaguardia ambientale. E proprio questa prima fase è importante in quanto in fase di lavaggio e manutenzione gli impianti potrebbero riversare nel suolo e nell’acqua i rifiuti prodotti attraverso gli scarichi. Come è noto, il settore conciario è altamente inquinante per la produzione di acque reflue e fanghi contenenti materiali chimici e organici delle fasi di lavorazione. Sali di cromo, calce idrata, solfuro di sodio, cloruro di sodio denaturato, sali di alluminio e zirconio, solfidrato di sodio, solfato e cloruro di ammonio, acidi cloridrico e solforico, carbonato e bicarbonato di sodio, solfato di magnesio, solfito, bisolfito, caolino, sono solo alcune delle sostanze inorganiche di cui si fa uso; mentre tra i prodotti organici di sintesi troviamo resine, coloranti, emulsionanti, i tannini sintetici o sîntani. Ma non è tutto, perché ovviamente gli affluenti conciari contengono derivati della degradazione della pelle, oltre a numerosi additivi chimici. Come non ricordare le parole del vicesindaco di Solofra, nonché noto industriale conciario, Gaetano De Maio che ad agosto 2018 dichiarava che alcuni scarichi rilasciati all’interno del torrente Solofrana avevano solo “lavato le pietre”. Confido nella collaborazione di tutti i coinvolti, noi non abbasseremo la guardia e presteremo la massima attenzione, anche per questo presenterò al più presto al ministro all’Ambiente Sergio Costa un’interrogazione parlamentare”, conclude La Mura.










































































