Coronavirus – Pasqua e Pasquetta dai balconi salernitani sui social

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Pranzo di Pasqua virtuale grazie alla videochiamata, preparazione di balcone di casa in corso per il barbecue di Pasquetta, preparazione di piatti della tradizione ma anche sperimentali per poi essere postati sui social.
Ai tempi del coronavirus, nel salernitano, la Pasqua e il Lunedì dell’Angelo si festeggiano sui social.

I menù della domenica pasquale dei salernitani, per lo più, rispetteranno i classici canoni, ma a spaventarli saranno le quantità perché si pranzerà al massimo in cinque o sei, quanti vivono sotto lo stesso tetto. Perciò, c’è già chi ha provveduto a riadattare la tv del salotto a mega-monitor del computer, dopo aver piazzato la webcam che inquadra la tavola nella sala da pranzo. Alle 13.00 puntuali, parte il collegamento in diretta: dall’altra parte, figli e parenti che, semmai, vivono dall’altra parte della strada. Se, domani e dopodomani, supermercati e alimentari resteranno chiusi, la corsa all’acquisto della carne da fare alla brace si è anticipata ad oggi. Sarà una gara sui terrazzi a chi fa la grigliata più profumata. In tanti, infatti, su gruppi Facebook e su WhatsApp, si stanno accordando per trascorrere la Pasquetta, ognuno a casa propria, guardandosi da un palazzo all’altro e scambiandosi i ‘trucchi del mestiere’ per essere incoronato, a fine giornata, re del barbecue. L’idea di passare la Pasquetta sui balconi, complici le clementi temperature annunciate dalle previsioni meteo, è venuta anche al sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, che vuol coinvolgere i propri concittadini. E, attraverso un post Facebook, spiega che, nel comune dell’agro, quasi tutti “abbiamo un vantaggio” e, cioè, che “i balconi sembrano mezzi terrazzini”. Quindi, “per non accendere un’epidemia finora tenuta sotto controllo sui territori”, la Pasquetta sui balconi, “intesa come pranzo e un bicchiere in mano, può essere una idea in tempi di restrizioni”. Certo, osserva il primo cittadino ammettendo che l’iniziativa sia della moglie, “non sarà il massimo”, ma è pur sempre “un modo minimo per rompere la monotonia di queste settimane interminabili (e necessarie) nella stessa cucina o nelle stesse solite stanze”.




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