Era rimasto bloccato in Spagna a causa della sospensione dei voli per l'emergenza sanitaria internazionale, ma ha fatto di tutto per rientrare in Italia, ignaro che la Squadra mobile di Rimini lo stava tenendo d'occhio da mesi.Potrebbe interessarti
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L'indagine ha avuto origine dalla denuncia sporta ad inizio gennaio da un commerciante di auto usate del riminese di origine napoletana, il quale, al fine di avviare la sua attività imprenditoriale, nel febbraio 2018 aveva chiesto e ottenuto da una persona di sua conoscenza un primo prestito di 8.000 euro. In virtù di quest'accordo, dal marzo 2018 al dicembre 2019 la vittima aveva regolarmente corrisposto all'usuraio la somma mensile di 1.200 euro a titolo d'interesse. Nel luglio 2019, a causa di alcune difficoltà economiche, al denunciante era stato elargito un nuovo prestito, questa volta di 30.000 euro. In quell'occasione era stato pattuito il pagamento di una cifra mensile di 4.000 euro a titolo d'interesse, con l'ulteriore clausola di assumere all'interno della propria ditta il cognato dell'usuraio, poi arrestato a Civitavecchia e di corrispondere metà dello stipendio (pattuito in 1.200 euro) e dell'affitto dell'appartamento nel quale avrebbe dovuto abitare. I pagamenti venivano effettuati su carte Postepay o in contati al cognato, tanto a Rimini quanto a Napoli. A Napoli, a Natale, l'imprenditore riminese, resosi conto di non poter più far fronte ai pagamenti - l'ultimo era stato di 2300 euro - e minacciato di morte era tornato a Rimini per sporgere denuncia in Questura. Le indagini della prima sezione criminalità organizzata della Mobile, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Luca Bertuzzi, hanno portato all'identificazione dei due indagati e all'arresto del 40enne, oltre che al sequestro di 4 auto.