Coronavirus, cittadina positiva: paura nel comune cilentano di Montano Antilia e negozi chiusi

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E’ scoppiata la psicosi da Coronavirus nel piccolo comune di Montano Antilia nel Salernitano. La biologa di 26 anni proveniente da Cremona ma residente nella zona di Abatemarco del piccolo comune dell’Alto Cilento era arrivata al pronto soccorso dell’ospedale ‘San Luca’ di Vallo della Lucania , la sera del 25 febbraio. Aveva febbre alta, tosse ed è scattato subito l’isolamento. Oggi purtroppo per lei e per gli abitanti del comune salernitano è arrivata la conferma che ha contratto il coronavirus, Il sindaco, Luciano Trivelli, lancia un appello a mantenere la calma: “Posso garantire che non abbasseremo la guardia”. La biologa era giunta a Montano Antilia il giorno 15 in treno da Cremona, dove lavora, per trascorrere alcuni giorni insieme ai genitori e agli amici. Gia’ nella giornata di ieri, subito dopo aver ricevuto la notizia della positività al coronavirus, il sindaco del paesino cilentano Luciano Trivelli ha disposto la quarantena per la famiglia della donna e per gli amici e i conoscenti entrati in contatti con lei. “Invito la cittadinanza a mantenere la calma – dice il primo cittadino, che ha anche disposto la chiusura di tutte le attività commerciali – E’ necessario mantenere un profilo adeguato alla situazione. E’ normale che qui in paese, e nelle comunità limitrofe, vi sia preoccupazione e un pò di ansia, ma posso garantire che non abbasseremo la guardia. Sono tranquillo e invito la cittadinanza a fare lo stesso.”. Per maggiore sicurezza, anche il direttore sanitario del “San Luca” di Vallo, Adriano De Vita, aveva disposto già nella serata di ieri l’isolamento per 14 giorni di tutti gli operatori sanitari venuti a contatto con la giovane biologa, nonostante fossero muniti dei sistemi di sicurezza previsti per evitare di infettarsi. “I pazienti che lamentano sintomi riconducibili al coronavirus seguono un percorso dedicato che esclude qualsiasi contatto con l’ospedale – spiega De Vita – E’ quanto successo anche con la donna che si è recata da noi due giorni fa. Siamo pronti e attrezzati a ricevere nuovi pazienti che lamentano gli stessi sintomi, ma invito tutti a rivolgersi sempre prima al medico curante e al 118. Recarsi direttamente in ospedale è inutile e controproducente”. Dopo il primo caso di coronavirus nel Cilento, scende in campo anche la diocesi di Vallo della Lucania. Il vescovo Ciro Miniero, in una lettera inviata alle chiese della diocesi, ha infatti diffuso una serie di misure preventive per evitare la diffusione del virus in occasione della messa. Tra queste, lo svuotamento delle acquasantiere, l’esclusione del segno della pace e precauzioni durante le “confessioni auricolari” e in contesti di contatti personali.


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