Martina (il nome è, ovviamente, di fantasia), 45 anni, di Napoli, è stata operata di recente di mastoplastica additiva da un medico che le aveva garantito professionalità ed esperienza. Ma i risultati dell’intervento sono stati tutt’altro che positivi: la donna ha manifestato infatti una raccolta sierosa ed ematica, oltre ad un estremo gonfiore e dolore a una mammella. Come le è stato riscontrato dagli esperti che ora la seguono. A lanciare l’allarme sui casi in aumento di finti specialisti che provocano seri danni alle pazienti è Francesco D’Andrea, presidente della Società italiana chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. «Grazie al trattamento con un’esclusiva tecnologia che siamo i primi a utilizzare in Italia (il deep care, che sfrutta un’energia termica e sub-termica) abbiamo evitato di sottoporre la paziente a un intervento chirurgico correttivo. Ma i casi di danni provocati da chi si qualifica come specialista nel settore, senza averne le competenze, sono in pauroso aumento». «Frequenti sono le donne che si sono sottoposte, ad esempio, ad aumento delle labbra con filler – spiega D’Andrea – con un risultato deformante legato all’uso di un prodotto vietato come il silicone liquido, ancora proposto da medici senza scrupoli e attenti solo all’aspetto commerciale, dimenticando che noi non vendiamo prodotti ma eseguiamo prestazioni mediche a tutti gli effetti». La sempre maggiore richiesta di trattamenti di medicina e chirurgia estetica, con un trend di crescita di oltre il 10% negli ultimi 5 anni, ha visto aumentare il numero di complicanze e insuccessi, «un numero aggravato dalla crescita di prestazioni eseguite in maniera improvvisata e da medici non specialisti», rimarca il presidente SICPRE. Di conseguenza è in aumento il numero di richieste di interventi secondari per riparare i danni provocati da mani inesperte. «Circa il 30% delle nostre attività rientra in quest’ambito, che non sempre è di facile soluzione. La tipologia di queste complicanze è varia e può essere legata a trattamenti mini invasivi di medicina estetica o rientrare nell’ambito della chirurgia plastica». Sempre più frequenti, secondo D’Andrea, sono i danni da trattamenti «ritenuti semplici come i filler, il botulino, le tecnologie laser o da chirurgia estetica». «Per far fronte a questa problematica come specialisti SICPRE siamo impegnati a fare corretta informazione al cittadino e formazione ai medici con corsi di aggiornamento e master universitari, come quello da me diretto di medicina estetica alla Federico II di Napoli».
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