Truffe con scambi di identità degne di un film di Totò, in cui uno dei complici doveva spacciarsi per un principe arabo e convincere un imprenditore tedesco a versare 280mila euro su un conto corrente.Potrebbe interessarti
Castellammare, l'ombra del clan D'Alessandro sulla politica: indagati figlio e nipote del consigliere
Tragedia di San Paolo Belsito, la madre. "Mio figlio deve pagare"
La bomba a Report e la pista oscura: "Così la camorra ha tentato di zittirci"
Femminicidio a Piscinola, la Procura apre un’inchiesta per omicidio: Nunzia è stata colpita alla testa
E' uno dei casi riferiti nell'ordinanza cautelare firmata dal gip di Roma Paola Di Nicola nei confronti di 19 persone accusate di sostituzione di persona, truffa, ricettazione e riciclaggio. Un sistema di truffe, incentrato sui furti di identità con l'obiettivo di rubare i risparmi delle loro vittime e che è stato bloccato dai Carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Roma.L'indagine è partita dopo l'arresto nel maggio 2016 di due persone di origini campane, trovate in possesso di più di 30 carte plastificate in bianco con banda magnetica, 25 carte d'identità falsificate e numerosi fogli dattiloscritti con i dati completi di carte di credito già emesse. I due nel corso della "settimana lavorativa" dimoravano presso strutture alberghiere della Capitale e viaggiavano a bordo di una potente auto. Gli accertamenti sul materiale rinvenuto hanno consentito di svelare un complesso meccanismo truffaldino attraverso il quale la banda giungeva ad emettere carte di credito ad insaputa dei titolari. Complici del sistema anche un vice direttore di un ufficio postale ed un dipendente di un istituto di credito i quali, utilizzando indebitamente le proprie credenziali d'accesso, estrapolavano agevolmente i dati dei correntisi che venivano messi a disposizione del gruppo criminale. L'associazione aveva perfezionato il proprio operato criminale riuscendo anche ad ottenere il rimborso di buoni postali mediante attestazione di false identità, nonché ad architettare truffe con sceneggiature da film. L'organizzazione sfruttava per le truffe anche le piattaforme di "crowdfunding", riuscendo ad ottenere donazioni per fantomatici progetti che venivano dirottate sui conti degli indagati. Tra le province di Roma, Napoli e Caserta, sono scattate le perquisizioni nei confronti di altri 9 indagati.


































































