Caserta e Provincia

Caporalato: Flai, Casertano e litorale domitio terra nessuno

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“La provincia di Caserta e la fascia di litorale che da Mondragone arriva fin oltre a Giugliano in Campania e’ la parte del territorio regionale che presenta maggiori criticita’ sotto il profilo del caporalato e dello sfruttamento lavorativo, che riguarda soprattutto il settore agricolo, dove il 30% degli occupati in Campania – quasi 20mila persone – lavora in condizioni non dignitose”. Lo ha detto il segretario regionale della Flai-Cgil Campania Giuseppe Carotenuto rispondendo alle domande dei cronisti al teatro comunale di Caserta, dove si e’ tenuto l’incontro dal titolo “Contrasto allo sfruttamento lavorativo e prospettive d’inclusione dei migranti: la sinergia tra sindacato e comunita’ di fede”, primo di una serie di eventi organizzati oggi dalla Flai-Cgil per commemorare la morte di Jerry Essan Masslo, il bracciante agricolo sudafricano ucciso nell’agosto del 1989 da una banda di malviventi che assaltarono l’abitazione di fortuna in cui viveva insieme ad altri migranti a Villa Literno, nel Casertano, con lo scopo di rapinarli. Il suo assassinio fu uno spartiacque per il trattamento dei rifugiati e dei lavoratori stranieri in Italia. “Ancora oggi, come ai tempi di Masslo – continua Carotenuto – ci sono territori come parte del Casertano che sono terra di nessuno, dove le persone lavorano per 25 euro al giorno per 10 ore in condizioni drammatiche. La legge sul caporalato e’ buona, ma resta inapplicata; penso all’albo regionale cui potrebbero iscriversi, emergendo dall’illegalita’, coloro che effettuano il trasporto dei lavoratori presso i campi, che spesso lavorano al soldi dei caporali; potrebbero aprire partita Iva e fare il trasporto, ma preferiscono rishciare. Ci vuole uno scatto culturale, e maggior impegno delle associazioni dei datori di lavoro, che deovono dire di no a coloro che violano le leggi”. Matteo Coppola, segretario della Cgil di Caserta, ricorda che “la morte di Masslo fece molto scalpore nell’opinione pubblica, e diede il via alle prime grandi manifestazioni antirazziste nazionali; ora bisogna fare di piu'”.

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