ULTIMO AGGIORNAMENTO : 19 Agosto 2025 - 18:22
30 C
Napoli

Ragazzini creano ‘chat dell’orrore’ con video pedopornografici e frasi razziste: 25 indagati

Ascolta questo articolo ora...
Caricamento in corso...

Una “chat dell’orrore”. Così i carabinieri di Siena definiscono quanto hanno scoperto su WhatsApp dove, in una chat intitolata ‘The shoah party’, alcuni ragazzini italiani si scambiavano video a luci rosse, immagini pedopornografiche, scritte inneggianti a Adolf Hitler, Benito Mussolini, all’Isis e postavano frasi choc contro migranti ed ebrei. A crearla e a gestirla da Rivoli, alle porte di Torino, sarebbero stati due 15enni. E in tutta Italia sarebbero circolate foto che, secondo gli investigatori, sono “di una violenza inaudita, con scene di brutalità inenarrabile”. In un video una neonata di nemmeno un anno viene seviziata da un adulto, mentre in un altro una bambina di circa dieci anni fa sesso con due ragazzini, forse poco più grandi di lei. Ma grazie a una madre, che nel gennaio scorso si è recata dai carabinieri di Siena per denunciare di aver rinvenuto nello smartphone del figlio 13enne video pedopornografici, è scattata un’inchiesta che ora vede indagati 25 ragazzi, dei quali solo nove sono maggiorenni di età tra 18 e 19 anni. All’alba di martedì sono scattate le perquisizioni, coordinate dai carabinieri di Siena, in Toscana, Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Calabria nelle abitazione degli indagati, residenti in 13 province. La Procura per i minori di Firenze ha indagato tutti per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, istigazione all’apologia di reato avente per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali. Il più ‘anziano’ del gruppo ha compiuto da poco 19 anni, il più giovane ne ha 15. A far parte della chat dell’orrore anche sei ragazzi, poco più che bambini, tutti di età inferiore ai 14 anni, quasi tutti 13enni, e, per questo ritenuti dalla legge non imputabili. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati decine di telefonini e computer, che verranno affidati ad un consulente tecnico d’ufficio che ne farà delle copie forensi, riproduzioni attendibili dei contenuti delle chat, necessarie per la promozione delle accuse in occasione del processo.”Se non fosse stato per quella denuncia della madre a gennaio – spiegano i carabinieri – l’indagine non sarebbe partita né a Siena né altrove. Perchè un gruppo WhatsApp non conosce confini e quell’espressione degradante di malcostume ha interessato molte regioni d’Italia. Moltissimi ragazzini hanno potuto osservare le immagini di pedopornografia, di enorme violenza, di apologia del nazismo e dell’islamismo radicale che vi erano contenute”. E’ in quell’abisso d’orrore che i carabinieri hanno dovuto lavorare, attraverso intercettazioni telematiche richieste e ottenute dalla procura dei minori di Firenze, sotto il coordinamento del procuratore Antonio Sangermano e dalla procura distrettuale di Firenze competente per materia, grazie ai decreti emessi dal pm Sandro Cutrignelli. Autorizzati dai pubblici ministeri, i militari si sono introdotti con l’inganno all’interno del gruppo social, riuscendo a convincere gli amministratori della loro affidabilità con un giochetto da hacker. Dopo oltre cinque mesi di indagini si è poi risaliti agli amministratori del gruppo, quelli che lo hanno creato e alimentato, tutti residenti nella zona di Rivoli. Le immagini e i video postati sono stati attribuiti singolarmente alla responsabilità di qualcuno di loro e alla fine ne è venuta fuori una documentata informativa di reato che è finita sul tavolo dei magistrati.Tanti ragazzini dai 13 ai 17 anni sono rimasti invischiati più o meno consapevolmente in questa triste vicenda di pedopornografia; altri, dopo essere entrati in quello spazio di orrore ospitato dal noto social network ne sono subito usciti. “Ma nessuno di loro risulta aver denunciato la cosa”, precisano i carabinieri.


Articolo pubblicato da Redazione Cronaca il giorno 16 Ottobre 2019 - 17:27
facebook

Ultim'ora

Afragola, furgone con formaggi e larve trasportati senza regole: maxi...
Camorra, i boss del clan Moccia ancora liberi: il Riesame...
Ennesimo colpo del Napoli: è ufficiale Miguel Gutierrez
Manovra 2026, arriva la rottamazione quinquies: debiti col Fisco pagabili...
Poggioreale, allarme ConSiPe: “Sicurezza al collasso, un agente per 100...
Napoli, il futuro dello stadio Maradona: progetto da 70mila posti...
Torre Annunziata, Nunzio, 17 anni, muore dopo una settimana di...
Sarno, Nino Lion’s supera il secondo intervento: prosegue la lunga...
Napoli, blitz dei Carabinieri a Soccavo e Rione Traiano: un...
Botulino, seconda vittima in Sardegna: morta a 62 anni dopo...
Poggioreale, evasi e subito ripresi i due detenuti
Truffe agli anziani, il Riesame concede i domiciliari in comunità...
Casoria, evade i domiciliari e aizza i pitbull contro i...
Napoli, Roberto Marchese ha ucciso l’ispettore davanti agli occhi del...
Napoli, rapina all’Hotel Excelsior: catturato anche il secondo bandito
Capri, coppia di turisti rubano bracciale e vengono fermati dai...
Inchiesta sugli appalti a Sorrento, torna in carcere Lello il...
Napoli, catturato uno dei detenuti evasi da Poggioreale
Napoli, due detenuti evasi nella notte dal carcere di Poggioreale
Melito, l’ispettore di polizia ucciso per un pappagallo
Oroscopo del 19 agosto 2025 segno per segno
Napoli, arrestato l’assassino dell’ispettore di polizia: è un 21enne
Lotto e 10eLotto di oggi: la magia dei numeri si...
Omicidio di Melito, la vittima è l’ispettore Dario Luongo, l’assassino...
Omicidio a Melito, 58enne ucciso in casa a coltellate
Napoli, furti con spaccata nel cuore di Chiaia: ipotesi su...
Scafati, migranti con sospetto vaiolo fuggono dall’ospedale calandosi con le...
Castellammare, in 8 fuggono su un gommone e poi aggrediscono...
Calderon, l’assassino di “Diabolik” gioca la carta della Cassazione
Una 15enne scompare a Brembate di Sopra, lo stesso paese...

App Sinfonia Desktop

Cronache Podcast

  • Ruba l’identità a un imprenditore e compra un’auto di lusso: denunciato napoletano
  • Addio a Pippo Baudo, il maestro che ha insegnato la televisione a un Paese intero
  • Centri commerciali e orari di chiusura: diritto del cliente o ragione del commesso?
Vedi tutti gli episodi su Spreaker
Primo Piano
Le Video Storie