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Confiscata villa a Benedetto Valenza, “re del calcestruzzo”, per 4 milioni di euro

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I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo hanno eseguito un
provvedimento di applicazione di misura patrimoniale emesso – su richiesta della Procura
della Repubblica – dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione e finalizzato
alla confisca di beni immobili riconducibili o comunque nella disponibilità del pregiudicato
VALENZA Benedetto – cl. ’62 – storico esponente della famiglia mafiosa di Borgetto (PA)
e personaggio dotato di un notevole curriculum criminale.
In particolare, è stata confiscata una villa con piscina, con area SPA e boschetto privato,
sita in Partinico, per un valore totale di circa 4 milioni di euro
Benedetto VALENZA, è già stato coinvolto in diversi processi di mafia. Figlio di Salvatore
e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, nonché vittime
di lupara bianca, il 21 aprile del 1983, in quanto “uomini d’onore” legati al gruppo del noto
boss Gaetano BADALAMENTI.
Fin dagli anni ’90, VALENZA era considerato l’imprenditore di riferimento, per la
produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei VITALE e dei BRUSCA, riuscendo
così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di “cosa nostra”.
Il VALENZA, già destinatario nel luglio 2001 di provvedimento di confisca emesso dalla
Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo a seguito di un’indagine da cui
emerse chiaramente la sua vicinanza ai fratelli VITALE, era riuscito comunque a reinserirsi
nel settore della produzione e fornitura di calcestruzzo e conglomerati bituminosi, intestando
fittiziamente beni e società a vari prestanome e gestendo, in tal modo, 5 impianti di
calcestruzzo ed una società di trasporto merci dislocati tra le province di Palermo e Trapani.
Successivamente, nel 2008, si è reso responsabile di 4 delitti di intestazione fittizia di beni
(già 12 quinquies D.L. 306/1992), per i quali ha riportato una condanna definitiva con
sentenza della Corte di Appello di Palermo in data 24.09.2010 divenuta irrevocabile il
16.09.2011, nell’ambito di indagini dalle quali, tra l’altro, erano emersi il controllo esercitato
dalla mafia sugli appalti pubblici nella Sicilia occidentale e l’utilizzo di cemento depotenziato
per la realizzazione delle opere, allo scopo di incrementare i profitti.
Ulteriori indagini condotte tra il 2014 ed il 2016 hanno permesso alle Fiamme Gialle del
G.I.C.O. di Palermo di eseguire, nell’ottobre del 2016, il sequestro di una villa di circa 600
metri quadri per complessivi oltre 22 vani, con annesso un vasto parco di oltre 1,5 ettari comprendente numerosi altri corpi accessori nonché un garage coperto di 100 mq e una piscina di dimensioni 22 x 11 mt.
Proprio grazie a questi ultimi approfondimenti investigativi, svolti anche attraverso l’analisi
dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994 ai giorni nostri, si è riusciti a dimostrare che la
costruzione della villa sia in realtà avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui VALENZA già
viveva in pieno la propria illecita espansione imprenditoriale.
Per tale motivo, ed alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni
posseduti concomitante con le manifestazioni di pericolosità sociale del Valenza
(accertate con citato decreto di confisca del 2001), la Sezione Misure di Prevenzione del
Tribunale di Palermo ha ritenuto che ricorrono tutti i presupposti per disporre la confisca
della villa e di tutte le sue pertinenze quantificati per un valore di circa 4 milioni di euro.


Articolo pubblicato da Redazione Cronaca il giorno 22 Ottobre 2019 - 09:51


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