"Sono stati fatti danni a me e alle mie aziende nel tentativo sotteso, ma palese, di danneggiare Renzi".Potrebbe interessarti
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Uno "sguardo 'favorevole'" per il quale "sono stato mal ripagato". Romeo sostiene che "per gettare quelle ombre usano sistematicamente il mio nome. Si vedano i giornali di Travaglio e Belpietro in particolare: si potrà verificare, infatti, che c'è stata una recrudescenza di articoli su di me e sui miei presunti incroci con il papà di Renzi a cavallo della scelta di fare una scissione nel Pd. Il Fatto, la Verità, sparano su di me che sono la Croce Rossa, per sparare 'missili stampa-Renzi', contro un uomo che con abilità tutta politica è ritornato al centro della scena e potrà determinare infinite azioni future del governo, e non solo".
"Le mie aziende sono state rivoltate come calzini in questi anni e non è stato trovato uno spillo fuori posto. Migliaia di pagine di analisi, indagini e controlli incrociati dimostrano che il Gruppo è sano e opera correttamente sul piano amministrativo, fiscale e contrattuale. Dunque noi continuiamo a lavorare con pieno diritto e trasparenza non solo con enti pubblici in Campania, ma in tutta Italia". "Lì dove ci sono stati dei rallentamenti - spiega Romeo - è perché alcuni committenti, con iniziative arbitrarie e del tutto temerarie, hanno tentato di agire in nostro danno, senza che ci fosse una ragione di diritto o di fatto che potesse avallare quelle stesse iniziative. Con la forza della ragione, del buon titolo e del diritto, ci siamo opposti e chiederemo i danni. Anche su questo fronte sono sereno". Romeo sottolinea però che "questa autodeterminazione sregolata, fondata su presupposti errati e senza rispetto delle regole e delle controparti, provoca danni spaventosi, Non solo alle aziende, ma al sistema economico in generale, che perde le tutele e gli automatismi di garanzia per far funzionare il sistema dell'impresa e del lavoro, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, con una indifferenza alla vita delle persone e dell'apparato produttivo che lascia esterrefatti". Nel caso Consip "c'è un reo confesso, Marco Gasparri, che mi chiama in correità nel tentativo di capire i meccanismi delle gare Consip. Anche qui i riscontri alle accuse di Gasparri sono nulli, ma negli atti i giudici già potrebbero individuare l'assoluta inaffidabilità di quel signore". Alla "inaffidabilità" dell'ex dirigente di Consip Marco Gasparri, secondo Romeo, andrebbero aggiunte le "manipolazioni evidenti delle indagini: non dimentichiamo che questo filone di inchiesta è stato tolto al pm Woodcock che l'aveva avviato e al suo fedelissimo, ma a dir poco sciatto, maggiore Scafarto". Questo, sottolinea l'imprenditore, "dovrebbe indurre i giudici a considerare con angolazione diversa tutta la vicenda. E se si fa la ricostruzione del presunto 'scandalo', si rimane basiti dall'inconsistenza dell'impianto accusatorio. Ma - conclude - ci vorrebbe una giornata a descriverlo".