Salerno.Potrebbe interessarti
Napoli, lettera d'amore di un paziente ai medici del Pascale: "Grazie per l'Umanità"
Torre del Greco, ultimo saluto ad Aniello Scarpati: domani lutto cittadino e minuto di silenzio nelle scuole
Tragedia sull’Himalaya: cinque alpinisti italiani morti in Nepal, travolti da tempeste e valanghe
Processo violenze carcere Santa Maria, l'ispettore: "Colpii due detenuti, ma ne ho difesi a decine"
L'ordinazione avveniva al telefono; la consegna, invece, assicurata da una 'squadra' di rider-pusher. Ma, la qualità di quegli stupefacenti era talmente tanto scadente e ancor più nociva che diversi 'clienti' si sono sentiti male. L'inchiesta è stata avviata nel marzo scorso ed è stata definita dal pm titolare del fascicolo Elena Guarino, "da manuale". Perché, oltre alle classiche intercettazioni, gli episodi di cessioni di droga sono stati documentati anche con riprese video. E, inoltre, è stata utilizzata la tecnica dell'arresto differito per riuscire a scovare da dove arrivassero gli stupefacenti. Le basi operative dei due gruppi erano nei rioni collinari 'Petrosino' e 'Calcedonia'. Li', una sorta di call center con utenze telefoniche 'usa e getta' riceveva le richieste, evase, poi, da una rete di pusher che, in sella a veloci scooter, quasi come fossero pony express, smistavano la cocaina, l'eroina e il metadone in tutto il capoluogo e in alcuni comuni limitrofi. Quelle utenze telefoniche, perché il cliente avesse sempre il riferimento pronto a ricevere la richiesta, passavano da pusher a pusher, a seconda dell'orario di servizio dello spacciatore. Ma, le consegne sarebbero state effettuate anche al domicilio di alcuni tossicodipendenti agli arresti domiciliari. Lo smercio avveniva anche nei pressi di istituti scolastici, dalla scuola 'Calcedonia' al liceo 'Tasso', o nei pressi di un cinema del quartiere 'Carmine'. Elemento questo che il gip, nell'ordinanza, ha ritenuto un'aggravante al pari della scarsa qualità della droga venduta. Alcuni degli indagati sono legati tra loro da vincoli familiari, come coniugi e conviventi. "Si parla di migliaia di richieste di droga - ha spiegato il procuratore capo facente funzioni, Luca Masini, a margine di una conferenza stampa - perché erano continue e ininterrotte al punto che, a volte, le organizzazioni si trovavano in carenza di sostanza stupefacente, quindi non potevano fare fronte". Ed era allora che il capo di un gruppo avrebbe chiesto ausilio all'omologo dell'altro, "proprio per poter sopperire alla domanda sempre crescente da parte di centinaia di assuntori", ha concluso Masini.





