Nadia Toffa, l’inizio della malattia e la battaglia contro il male

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Si era sentita male oltre due anni fa nel dicembre del 2017, Nadia Toffa morta stanotte dopo aver combattuto tenacemente la sua malattia. Era a Trieste il 2 dicembre 2017 a Trieste quando attorno alle 13.45, mentre si trovava nella hall dell’hotel Victoria a Trieste furono allertati i soccorsi. La conduttrice delle ‘Iene’ era stata ricoverata in Terapia intensiva dell’ospedale di Cattinara, dove le sue condizioni erano apparse subito gravi. Nella tarda serata era scattato poi il trasporto con elisoccorso all’ospedale San Raffaele di Milano. Erano stati i dipendenti dell’hotel ad allertare subito i soccorsi attraverso il numero unico di emergenza. La notizia del malore della ‘Iena’ aveva fatto immediatamente il giro dei social, innescando migliaia e migliaia di messaggi di auguri di buona guarigione. Tra i primi ad arrivare anche il post dei colleghi delle Iene, che avevano lasciato questo messaggio su Facebook dopo la notizia del malore che ha colpito la conduttrice: “La nostra Nadia non è stata bene. Ci stiamo tutti prendendo cura di lei. Vi terremo informati”.
“Il messaggio più forte che è arrivato da Nadia Toffa è che non si è nascosta dietro la malattia, ha vissuto e convissuto con essa. E’ stata una Iena fino in fondo, la stessa determinazione che aveva nella sua professione l’ha avuta per combattere la malattia”. Lo ha dichiarato Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), facendo riferimento al messaggio positivo che la conduttrice delle Iene ha lanciato durante la sua lotta al cancro. “Lei diceva spesso – ha aggiunto Nicolis – che voleva guardare la malattia negli occhi. E lo ha fatto. Ha avuto sempre un atteggiamento molto positivo e tale da aiutare e spronare i pazienti che si trovano a vivere la sua stessa esperienza”. Il presidente della Fondazione Aiom ha ricordato che alcune volte le Iene avevano fatto dei servizi discutibili e che Nadia Toffa ad un certo punto “si era ricreduta su quella modalità di fare giornalismo, ribadendo più volte che era necessario affidarsi ad un percorso scientifico adeguato”. Per Nicolis, visto l’epilogo della vicenda di Nadia, è importante che nessuno possa pensare che “la malattia vince sempre. Non si tratta di una guerra o di una battaglia, ma di una sfida continua che gli oncologi per primi stanno portando avanti giorno dopo giorno”.
La camera ardente per Nadia Toffa è stata allestita dalle 12 al teatro Santa Chiara – Mina Mezzadri di Brescia, in contrada Santa Chiara 50. I funerali si svolgeranno invece la mattina di venerdì 16 agosto in Duomo. Alle esequie parteciperanno colleghi e amici di Mediaset. A celebrare il funerale sarà don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano noto per il suo impegno nella zona nota come Terra dei Fuochi. Lo ha reso noto lo stesso don Patriciello con un post su Facebook nel quale spiega che era la volontà della conduttrice delle Iene: “Nadia ha voluto che fossi io a celebrare il suo funerale. Mi costa molto – scrive – ma vado a Brescia volentieri e con grande riconoscenza. Partirò nel pomeriggio di Ferragosto per trovarmi in chiesa alle 10.30 del 16. Ho il dovere di portarle tutto l’affetto e la gratitudine degli abitanti della Terra dei fuochi”. In un altro post don Maurizio Patriciello ricorda l’impegno di Nadia Toffa nell’accendere i riflettori “sul nostro dramma. Era il 2013 – racconta il parroco – e il resto dell’Italia non conosceva ancora il dramma di Terra dei Fuochi, il genocidio che ormai da oltre un decennio colpisce le province di Napoli e Caserta nell’indifferenza delle istituzioni, dei tanti politici e di tutte quelle figure che rispetto al problema si sono avvicendate in questi anni. Tante chiacchiere, molte promesse, tutto in fumo. Nadia Toffa A inviata delle Iene, arrivó con la sua troupe sul nostro territorio, incontró gli attivisti storici e con i suoi servizi, anche contestati da molti negazionisti che gli hanno augurato la morte, accese i riflettori sul nostro dramma. In questi anni, aggiunge don Patriciello, “Nadia Toffa non ha mai abbandonato il popolo campano, e durante le sue interviste il suo sorriso solare e rassicurante si spegneva solo di fronte al dolore degli intervistati. Sapeva sostenere, essere vicina a chi soffriva, a chi aveva subito il torto più grande per un essere umano. Quel che è veramente cambiato, è che oggi Nadia non c’è più lasciandoci sgomenti, mentre la Terra dei Fuochi brucia ancora, brucia sempre, brucia di più. Continua a toglierci il respiro e la vita”, conclude.


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