L’evasione choc dal carcere di Poggioreale: i tanti interrogativi sulle responsabilità

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La vicenda dell’evasione choc dal carcere di Poggioreale innesca polemiche e apre il dibattito sulla necessità di rafforzare il ruolo della polizia penitenziaria e sul numero delle unità di controllo impegnate così come sulla funzionalità della struttura napoletana. “A Poggioreale, come in altri istituti penitenziari, vi è un sistema di controllo con la videosorveglianza per l’interno e per l’esterno; inoltre, vi è la ronda intorno alle mura del carcere: mi chiedo, ha funzionato tutto alla perfezione?” ha spiegato il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello. “In ogni caso la questione – aggiunge – non è solo di numeri, vale a dire della necessità di aumento degli agenti di polizia penitenziaria – pur necessario e doveroso dopo anni di promesse – ma di rimotivazione di questi operatori, stanchi, demotivati e, per una larga parte, anziani, impegnati in un lavoro difficile e complicato”. “Vogliamo atti concreti – dice il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti – e la costituzione di un osservatorio parlamentare permanente che monitorizzi le criticità delle carceri al fine di adottare provvedimenti di carattere legislativo che riportino l’ordine, la sicurezza e la legalità nelle carceri italiane perché ogni giorno il rischio è che accada l’irreparabile”. Per il segretario dell’Osapp di Napoli, Luigi Castaldo, la colpa è della mancanza di personale: “Poco più di 200 unità di fronte a una platea di detenuti che supera di 800 unità la capacità massima. Dati denunciati a un’amministrazione sorda ed una Politica assente”. “L’istituto andrebbe definitivamente abbattuto ed il capo dell’Amministrazione Penitenziaria rimosso dall’incarico”. Questo è il commento del segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo che annuncia per domani una conferenza stampa. “Negli ultimi tempi, a causa della mancata reintegrazione del personale posto in quiescenza, il livello di sicurezza del penitenziario de quo é sceso ad un minimo storico, motivo per cui il Sinappe ha più volte invocato l’intervento dei Superiori Uffici affinché sia ivi assegnato nuovo personale, di ogni ruolo. L’evento verificatosi è estremamente grave, soprattutto perché ha posto in evidenza quelle che sono le enormi carenze, strutturali e di gestione, del penitenziario napoletano; ma probabilmente si sarebbe potuto evitare, se solo si fossero ascoltati i campanelli di allarme provenienti dalla base”, ha sostenuto invece il segretario nazionale del Sinappe, Luigi Vargas


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