Dopo diversi incontri in Questura ancora sui funerali di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik e storico capo degli ultras Irriducibili della Lazio ucciso il 7 agosto scorso in zona Cinecittà a Roma, non c’e’ accordo ne’ sulla data, tantomeno sul luogo. L’ipotesi più plausibile resta quella di una cerimonia a numero chiuso. Nella giornata di ieri Angela Piscitelli, sorella di Fabrizio, ha scritto al Questore Carmine Esposito, al Prefetto di Roma e al ministro dell’Interno Matteo Salvini per chiedere la possibilità di svolgere le esequie al “santuario del Divino Amore (dopo il vostro diniego della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice che avrebbe invece facilitato la presenza dei miei genitori, portatori di handicap), la cui conformazione consentirebbe, a mio avviso, il controllo degli ingressi e dunque di bilanciare e rispettare i principi di uno Stato di diritto, garantiti dalla Costituzione, quali appunto la sicurezza e l’ordine pubblico, con il diritto al rito delle esequie cristiane”. La salma di Piscitelli, ucciso in un agguato a mano al parco degli Acquedotti, spiega la sorella nella lettera “ancora giace presso l’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata”. Il 53enne era stato in passato condannato per vicende legate al traffico di droga. La famiglia continua a ribadire che è morto “libero, non sottoposto ad alcuna misura restrittiva della sua libertà” e che è stato “barbaramente ucciso per mano di un balordo che, nonostante siano ormai trascorsi ben sette giorni, non è ancora stato assicurato alla giustizia”. Infine la famiglia rinnova “la collaborazione con le Istituzioni, facendo appello a tutte le tifoserie e a tutti quelli che vorranno partecipare affinchè il funerale di Fabrizio sia anche un’opportunità per diffondere un messaggio, perchè lo stadio possa diventare un luogo più sicuro e sereno per assistere ad uno degli sport più amati al mondo: il calcio”. E fa riferimento alla compostezza di un raduno tenutosi nella serata di martedì 14 agosto in via Lemonia, luogo dell’agguato, che ha visto “la partecipazione composta di numerosi amici, sfociata esclusivamente in un lungo applauso”.
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