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Crisi: Cav a Salvini, pari dignita’ e no veti a mia candidatura

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Dovrebbe tenersi domani mattina l’atteso incontro tra Berlusconi e Salvini. Un incontro preparato oggi, con l’ex premier che ha riunito i ‘big’ azzurri in via del Plebiscito alla presenza dei capigruppo Bernini e Gelmini, di Tajani e di Ghedini e Letta. Solo quest’ultimo viene riferito e’ contrario ad un nuovo ‘abbraccio’ con il leader del partito di via Bellerio. Un segnale che il mondo moderato guarda con favore alla possibile nascita di un esecutivo istituzionale o in ogni caso di fine legislatura. Ma l’ex premier per ora appare determinato: non possiamo dire di no a Salvini, la linea emersa durante il pranzo, il centrodestra deve restare unito.Ma non e’ un si’ senza se e senza ma. Sul tavolo ci sono condizioni chiare che dovranno essere inserite all’interno di un patto ‘blindato’. E che prevede oltre il tema delle candidature, dei collegi e c’e’ chi dice anche dei posti di governo (circola la voce nella ex maggioranza – senza alcuna conferma ufficiale – di una offerta di Salvini a Casellati quale ministro della Giustizia e un ruolo anche per Bernini), anche il si’ dell’ex presidente del Consiglio in Parlamento. Non e’ poi detto che in caso di urne il Cavaliere si candidi, ma intanto Berlusconi stoppa le voci di ‘veti’. E in ogni caso – sottolinea un ‘big’ azzurro – da Salvini non e’ mai arrivata una tale condizione. Berlusconi vuole dall’alleato ‘pari dignita”, ritiene che Salvini debba parlare apertamente di coalizione e se vuole l’appoggio di tutto il partito azzurro non potra’ basare le candidature sulla base dei sondaggi attuali. La discussione e’ aperta, anche perche’ il responsabile del Viminale con i suoi e’ stato chiaro: chi pensa alla vecchia riedizione del centrodestra si sbaglia. Ovvero se alleanza ci sara’ dovra’ essere ‘sovranista’. Con una direzione chiara sui contenuti ma anche sulle alleanze in Europa. Pesa per esempio l’atteggiamento degli azzurri nelle istituzioni europee. Ma pesa ancor di piu’ il fatto che il Cavaliere al momento – questo il convincimento tra i leghisti – non controlla piu’ il partito. Il canale aprto tra Pd e M5s prevede una lista di 25 senatori azzurri che sarebbero pronti a dire si’ ad un esecutivo istituzionale. Una lista che andra’ verificata ovviamente ma dei segnali potrebbero arrivare gia’ domani sera: chi tra le fila azzurre sara’ assente allora – osserva un ‘big’ azzurro – vorra’ dire che sara’ d’accordo con dem e pentastellati. Non per dare un appoggio pieno ma per fare in modo che un tale governo parta in qualche modo, magari con alcuni ‘responsabili’. Al momento Berlusconi nega di poter avallare un’operazione simile ma tra i dirigenti non si esclude del tutto che quando sara’ il momento di parlare con il Capo dello Stato le cose non possano cambiare. In ogni caso l’ex premier – riferisce un’altra fonte parlamentare – non si fida completamente delle mosse del ‘Capitano’. Da qui la necessita’ di un’intesa ‘blindata’. In fibrillazione soprattutto i parlamentari del Sud. Questa mattina Berlusconi e Carfagna si sono sentiti: e’ emersa una preoccupazione comune per come i mercati potranno reagire in questi giorni e su come approntare la legge di bilancio. Ma i fedelissimi della vice presidente della Camera assicurano che Carfagna non si sfilera’ qualora Berlusconi dovesse chiudere un accordo ‘vero’ con Salvini, che garantisca anche i parlamentari del Sud. “Ma se non cambia nulla allora per noi e’ un problema poter seguire Salvini”, osserva un esponente azzurro del Meridione.

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