Circa 10mila pasti forniti agli atleti direttamente negli impianti di allenamento di gara, quasi 300mila litri d’acqua distribuiti finora, oltre 92mila bevande isotoniche, circa 46mila barrette energetiche, e poi la frutta: mele, banane, arance. Sono alcuni dei numeri che raccontano l’Universiade NAPOLI 2019 nella fornitura di cibo e bevande ad atleti e delegati. “La sfida – dice Valentina De Mari, manager del settore Food&Beverage di NAPOLI 2019 – e’ stata avere le ‘dining hall’ aperte dalle 5 del mattino fino all’1 di notte, per garantire alle migliaia di atleti la possibilita’ di poter pranzare ad ogni ora, in base alle proprie necessita’ agonistiche. Ogni atleta ha esigenze di nutrizione diverse. Abbiamo realizzato pertanto cinque tipi di menu, garantendo sempre cibo ?al?l, vegetariano, vegano, cucina locale ed asiatica, con la possibilita’ per coloro che avevano delle intolleranze alimentari di scegliere prodotti senza glutine, senza lattosio, o senza glutine e senza lattosio. Seguendo questi criteri sono stati confezionati anche i ‘meal box’, i pasti che gli atleti ricevono direttamente negli impianti. Per la prima volta nella storia delle Universiadi – spiega De Mari – l’ordine del ‘meal box’ da parte dell’atleta o del delegato viene fatto on-line, attraverso un sito internet, dove e’ possibile ordinare il proprio pranzo. La FISU e i cinesi di Chengdu, che ospiteranno la prossima Universiade estiva, e che in questi giorni sono in visita qui a NAPOLI, hanno espresso la loro ammirazione per questo sistema prendendo nota di questa tecnologia. Lo stesso hanno fatto gli organizzatori dell’Universiade che si terra’ in Russia ad Ekaterinburg nel 2023. Attraverso questo sistema – aggiunge De Mari – il capo di ciascuna delegazione sportiva ha la possibilita’ anche di visualizzare tutto cio’ che i suoi atleti, divisi per disciplina, ordinano a pranzo, potendo modificare il tipo di pasto scelto dal proprio atleta nel caso eventualmente non sia idoneo”. Il ‘meal box’ – afferma la nutrizionista di NAPOLI 2019, Francesca Caruso – e’ settato dal nostro contractor, la societa’ EP, su un pranzo di 2000 calorie contenuto in speciali contenitori che permettono di conservare la temperatura del cibo – la dispersione del calore e’ di un grado l’ora – L’imballaggio, comprese le posate, e’ realizzato in materiale biodegradabile. Il menu – aggiunge – rispetta i requisiti minimi richiesti dalla FISU e varia ogni giorno della settimana. Oltre a verificare la qualita’ degli alimenti e il numero di chilocalorie presenti, abbiamo fornito ad atleti e delegati le tabelle nutrizionali, con le informazioni sugli allergeni presenti all’interno dei meal box e sui pasti che vengono distribuiti”.
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