Jabil, corteo dei lavoratori per le strade di Marcianise prima del vertice in Comune

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Oltre trecento lavoratori della multinazionale delle telecomunicazioni Jabil hanno manifestato in corteo nel pomeriggio di lunedì per le strade di Marcianise. La manifestazione è stata organizzata in risposta alla decisione dei vertici dell’azienda di licenziare 350 dipendenti, un colpo durissimo per l’economia locale.
Il corteo, partito del vecchio stabilimento della Siemens, multinazionale tedesca da cui la Jabil ha acquisito il ramo d’azienda, si è concluso al Comune, dove si è tenuto un Consiglio comunale convocato ad hoc dal sindaco Antonello Velardi.
Al termine dei lavori il Consiglio ha approvato quindi un documento da consegnare alla Regione e al Ministero dello Sviluppo Economico e sviluppato in sette punti. Sindacati, consiglieri e dipendenti Jabil chiedono ovviamente di “revocare la procedura di licenziamento collettivo, chiedendo alla multinazionale americana di predisporre un piano alternativo che permetta la garanzia dei livelli occupazionali”. Negli altri punti si “pretende dal Mise, così come previsto dagli accordi sottoscritti, di monitorare e vigilare sull’esatto adempimento degli obblighi assunti con la sottoscrizione degli stessi; di garantire l’istituzione di un tavolo ministeriale in modo permanente e qualificato, sollecitando anche la Regione Campania a produrre tale risultato; di garantire la partecipazione al tavolo permanente ministeriale dei rappresentanti dei lavoratori evitando il ripetersi dello spiacevole incidente accaduto nell’ultimo incontro, quando è stato negato l’accesso al Mise degli stessi lavoratori; di pretendere una politica industriale, da parte di Governo e Regione Campania, che sostenga la Jabil e il settore dell’elettronica, da troppi anni lasciati a sé stessi dopo aver rappresentato per il paese un punto di eccellenza dell’industria e dei settori tecnologici avanzati; impegnare il Ministero degli Esteri e quello degli Affari Esteri della cooperazione a porre in essere tutti gli atti necessari affinché formalizzino una vibrante protesta nei confronti del governo americano e della società Jabil e che sia chiesto a quest’ultima – quale impresa controllante – l’immediata interruzione della procedura di licenziamenti; impegnare il tavolo tecnico ad individuare strumenti adeguati ad attivare fiscalità di vantaggio per le attività produttive del territorio”.


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