Dopo la condanna per associazione mafiosa, aveva provato a non disperdere il suo "patrimonio" affidando la gestione ai fratelli tramite dei prestanome.Potrebbe interessarti
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"Intenzione poi disattesa" scrive nel provvedimento d'arresto il gip Anna Lauro Alfano "essendo lo stesso mosso solo da interessi personali, ossia evitare provvedimenti ablativi nei confronti suoi e, soprattutto, dei suoi familiari e sviare le indagini". Iavarazzo, secondo quanto emerge dagli atti di indagine, aveva una strategia ben chiara, "quella della progressiva dismissione del suo patrimonio, gestito di fatto fino a quel momento dai fratelli Francesco e Michele, non troppo portati per gli affari e ritenuti per questo inaffidabili e relegati poi a funzioni meramente esecutive".
Iavarazzo voleva rendere "invisibile" se stesso ed il suo patrimonio ed ha provato a farlo anche attraverso l'utilizzo di alcuni prestanome, ai quali poi faceva "un regalino" come ha confessato ad un amico durante un colloquio intercettato dalle forze dell'ordine, e sfruttando la copertura di un altro imprenditore, Armando Aprile, 50 anni di San Marcellino, che ha messo a disposizione la sua pubblicità per permettere di mantenere il controllo dell'affissione pubblicitaria su tutto il territorio della provincia di Caserta. Gustavo Gentile
Imprenditore finge di collaborare con la giustizia per far sparire il suo patrimonio
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