Capi di abbigliamento falsi venduti su internet: sequestrati mezzo milione di abiti tra Napoli e l’Emilia Romagna

SULLO STESSO ARGOMENTO

Oltre mezzo milione di capi di abbigliamento sequestrati, tre siti di produzione ed una tipografia individuati e 26 persone indagate: questi i numeri dell’operazione “Macumba” condotta dalla guardia di finanza di Bologna che ha scoperto una ramificata organizzazione dedita all’importazione, produzione e commercializzazione di vestiti ed accessori di moda contraffatti. Perquisizioni sono state eseguite nelle province di Bologna, Parma, Ferrara, Verona, Brescia, Bergamo, Torino, Macerata, Napoli e Nuoro nei confronti dei 26 indagati di nazionalità italiana, senegalese e marocchina. Le indagini sono partite dal monitoraggio di alcuni soggetti attivi nelle province di Bologna, Ferrara, Macerata, Brescia e Nuoro che proponevano, via internet, la vendita di capi di abbigliamento e accessori dei più famosi brand di moda. In particolare, questo il quadro accusatorio, attraverso social network e siti web, gli indagati commercializzavano sia all’ingrosso che al dettaglio, merce contraffatta su tutto il territorio nazionale. Sui social venivano creati appositi gruppi all’interno dei quali veniva pubblicizzata la merce esplicitamente indicata come non originale. I potenziali acquirenti, hanno ricostruito gli investigatori, contattavano gli amministratori del gruppo e, dopo aver ricevuto specifiche indicazioni, ordinavano i prodotti poi spediti in seguito al pagamento. I venditori on line, secondo quanto emerso dalle indagini, si procuravano i capi contraffatti importandoli direttamente dalla Turchia e dalla Cina. Oppure si rivolgevano a una specializzata rete di produzione, costituita da cittadini italiani e senegalesi con varie ramificazioni sul territorio nazionale. Quest’ultima, spiegano le fiamme gialle, provvedeva ad acquistare capi ‘neutri’ privi di marchio che poi venivano assemblati e rifiniti all’interno di laboratori clandestini (individuati nelle province di Bologna e Brescia), attraverso l’apposizione di minuteria metallica e loghi dei vari brands che venivano prodotti in provincia di Brescia e Napoli, dove è stata individuata una vera e propria stamperia di etichette. Tra la merce sequestrata: capi di abbigliamento, accessori, etichette, minuteria metallica e macchinari (plotter tipografici e macchine da cucire professionali).




LEGGI ANCHE

Ora legale: lancette avanti nella notte tra il 30 e 31 marzo, ma c’è chi la vuole permanente

336mila italiani hanno firmato una petizione per abolire il cambio dell'ora due volte l'anno.

Oroscopo di oggi 27 marzo 2024

Oroscopo di oggi 27 marzo 2024: le previsioni dello zodiaco segno per segno Ariete (21 marzo - 19 aprile) Oggi potrebbero esserci delle tensioni o dei contrasti in famiglia. Tuttavia, se ti mantieni calmo e paziente, riuscirai a gestire la situazione in modo efficace. Sul lavoro, potrebbe esserci un cambiamento inaspettato. Sei pronto a prendere una decisione importante? Toro (20 aprile - 20 maggio) Oggi potresti sentirti emotivo e sensibile. È importante che tu ti prenda del tempo...

Carcere di Poggioreale: protesta dei detenuti del reparto Avellino

50 detenuti del reparto Avellino del carcere di Poggioreale hanno protestato battendo oggetti contro i cancelli di sbarramento dalle prime ore del mattino fino alle ore 15:00 di oggi. I detenuti contestavano la circolare DAP che disciplina la consegna di generi alimentari e indumenti da parte dei familiari (15 kg di indumenti e 5 kg di generi alimentari). Con arroganza, hanno preteso di parlare con il direttore minacciando ulteriori proteste. Grazie all'interlocuzione dell'unico agente rimasto chiuso...

Il clan dei telefonini in carcere. Il pentito: “Entravano nascosti nelle ruote delle sedie a rotelle dei familiari”

L'ingegno dei detenuti e dei loro familiari complici per entrare in carcere tutto quello che di illegale non conosce limite ne ostacoli. "Noi facevamo entrare i telefonini anche attraverso un detenuto di Marcianise di cui non ricordo il nome ma solo il soprannome plusiello, questa persona faceva entrare i telefonini utilizzando la sedia a rotelle di un familiare che veniva a trovarlo in carcere, in quanto le sedie a rotelle non vengono perquisite al momento...

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE