Foto archivio
Salerno. Dopo le prime confessioni di Giuseppe Naimoli arriva anche quella di Salvatore Sammartino. I due segretari della Commissione tributaria Regionale, finiti in carcere nell’inchiesta sullo scandalo delle mazzette per pilotare le sentenze, hanno ammesso gli addebiti, facendo solo dei distinguo su una serie di episodi contestati. Sammartino, difeso dall’avvocato Alessandro Laudisio, ha però spiegato nel dettaglio i rapporti con il giudice tributario Giuseppe De Camillis (finito in carcere col collega magistrato Fernando Spanò), che nelle intercettazioni veniva chiamato con il vezzeggiativo di “Don Peppino”, dichiarandosi estraneo, però, alla vicenda che ha interessato la Facomgas di Sarno: l’azienda del consigliere comunale di Castel San Giorgio Alfonso De Vivo, anche lui detenuto a Fuorni, difeso dall’avvocato Giuseppe Della Monica, che ha risposto alle domande del gip Pietro Indinnimeo, dicendosi estraneo ai fatti.
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