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"Quando è avvenuta la vicenda della piccola Noemi - ha ricordato Gabrielli - ho detto che eravamo tutti responsabili perché forse in questo momento non bisogna fare la rincorsa a sottrarci dalle responsabilità che portiamo. Dobbiamo lavorare tutti, un po' più in silenzio, ma non perchè i problemi non debbano essere evidenziati o perchè l'informazione non vada data. Se negassimo che questo è un territorio difficile saremmo sciocchi o disonesti. Bisogna lavorare. L'atteggiamento peggiore sarebbe fermarci alla recriminazione". Gabrielli ha risposto ad una domanda di Paolo Mieli sulla scelta della Polizia di rispondere con un tweet duro alle opinioni di Roberto Saviano che aveva accusato la Polizia di fare il 'servizio d'ordine' per Matteo Salvini: "Saviano è un influentissimo opinion maker che con le sue parole influenza migliaia di cittadini. Ed è questo il motivo per cui ho sentito l'esigenza di intervenire direttamente sebbene già in un precedente episodio avevamo già fatto un tentativo di moral suasion nei confronti dello scrittore usando una terminologia molto più politically correct. Ma oggi come Polizia di Stato siamo sui social e rispetto a una reiterata rappresentazione della realtà abbiamo risposto così. Ma un secondo tweet del genere non lo faccio". "A chi dice che un'istituzione non si deve porre nello stesso piano dei singoli cittadini rispondo che io non mi sono mai sottratto al confronto diretto. Ricordo che quando Matteo Renzi fece l'accorpamento del Corpo Forestale all'Arma dei Carabinieri io espressi la mia assoluta contrarietà. E lo feci - dice Gabrielli - prima del 4 dicembre 2016, quando un po' tutti da renziani diventarono antirenziani".
Poi Mieli ha chiesto a Gabrielli se il tweet di Saviano lo avesse fatto arrabbiare: "Direi di sì - risponde il Capo della Polizia - vivo queste cose sempre con la mia toscanità e vivo soprattutto con forte negatività tutte le volte che si vuole rappresentare un'amministrazione che ha come principale profilo quella della terzietà come qualcosa di parte. L'unica cosa che mi dispiace e dalla quale mi affranco completamente è che sia vista come lo scontro di un'amministrazione contro un cittadino perchè quella sarebbe anche la negazione della nostra esistenza. Abbiamo richiamato peraltro lo avevamo fatto anche precedentemente - ricorda Gabrielli - un po' tutti a un senso di responsabilità. Poi se questo viene vissuto, come è giusto che possa esserlo, in maniera diversa, ovviamente le critiche fanno bene perché servono anche a ricalibrare i comportamenti. La cosa che voglio sottolineare è che lo spirito e la motivazione con cui abbiamo agito non era contro qualcuno ma per difendere qualche cosa che appartiene anche a qualcuno".
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