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Operazione contro smaltimento illegale scarti tessili: 6 indagati

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Operazione contro lo smaltimento illecito di rifiuti tessili prodotti nel distretto industriale pratese, dai pronto moda gesti da cinesi, che poi finivano in impianti del nord Italia ed ‘esportati’ anche all’estero, in particolare in Polonia e Bulgaria: perquisizioni e sequestri in Toscana, Lombardia e Campania. Il blitz è stato condotto dai carabinieri del Noe di Firenze e dal nucleo speciale ambientale della polizia municipale di Prato. Durante i controlli sono stati intercettati e sequestrati due container stipati di cascami, plastica e carta in partenza per il nord Italia. Finora, secondo quanto si è appreso, ci sarebbero sei indagati, tutti italiani, accusati di smaltimento illecito di rifiuti.L’operazione è lo sviluppo dell’indagine che nei mesi scorsi aveva portato al controllo e al sequestro di un impianto di gestione di rifiuti nella periferia di Prato, la cui titolare era una 19enne, ma i gestori di fatto erano il padre e un socio. L’attività di contrasto ha condotto i militari del Noe e gli agenti della polizia municipale di Prato, con la collaborazione dei carabinieri di Brescia e Caserta, a eseguire una serie di perquisizioni locali e personali delegate dalla Procura della Repubblica di Prato.Le operazioni, scattate all’alba, hanno interessato le province di Caserta, Pistoia e Lucca, ma anche appartamenti e studi commercialisti nei quartieri ‘vip’ di Prato e Bergamo, dove risiedono alcuni degli indagati e dove le aziende monitorate hanno le rispettive sedi legali. I sequestri hanno riguardato documenti, atti amministrativi, fatture, ma anche e-mail e dati telematici per ricostruire “la complessa ed occulta rete di contatti” che, dall’agosto 2018 al gennaio scorso avrebbe consentito agli indagati di smaltire illecitamente, in Italia e all’estero, centinaia di tonnellate di rifiuti tessili. Tutta la documentazione rinvenuta, dalla quale sono emersi elementi per ritenere che parte dell’attività illecita degli indagati si svolgesse anche in Polonia e Bulgaria, è stata sequestrata.


Articolo pubblicato il giorno 12 Aprile 2019 - 12:00

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