Cava de Tirreni
Insegnante a processo per abusi sessuali su due studentesse

Un insegnante di 59 anni è finito sotto processo con l’accusa di violenza sessuale ai danni di due sue studentesse, iscritte in un istituto professionale. Secondo le ricostruzioni, l’uomo avrebbe tentato abusi sessuali ai danni delle due in maniera singola, agendo prima sull’una e poi sull’altra ragazza. I fatti contestati risalgono al periodo che va dal 2015 al 2016. Nel primo caso, il 59enne avrebbe portato la prima delle giovani studentesse in un appartamento, a Cava de’ Tirreni, di cui aveva disponibilità. Proprio qui, l’avrebbe afferrata con la forza, facendola sedere in braccio, sulle gambe, tentando di baciarla sulla bocca.

Cava de Tirreni
Cava: nonnina di 100 anni dopo la guerra e la Spagnola sconfigge il Covid
Una bella notizia quella che arriva da Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno: Nonna Anna ha sconfitto il Covid a 100 anni. La donna che vive nel salernitano, è riuscita a guarire dopo 33 giorni di positività nonostante l’età avanzata.

Una bella notizia quella che arriva da Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno: Nonna Anna ha sconfitto il Covid a 100 anni. La donna che vive nel salernitano, è riuscita a guarire dopo 33 giorni di positività nonostante l’età avanzata.
La notizia della negatività al tampone è stata accolta come una liberazione dai nipoti di Nonna Anna, molto conosciuta in città anche per la sua veneranda età che la rende una cittadina che ha “accompagnato” di fatto Cava de’ Tirreni a cavallo di un secolo.
Era il 2 novembre quando è arrivata la notizia che nonna Anna potesse essere un soggetto a rischio, avendo avuto rapporti con una persona risultata nelle ore precedenti positiva a CoViD-19, e che dunque anche lei avrebbe fatto meglio a sottoporsi al tampone. A spaventare i familiari anche il fatto che nonna Anna avesse qualche linea di febbre già dai giorni precedenti: e così, è partita la corsa per effettuare un tampone che sciogliesse ogni dubbio riguarda una sua possibile positività al Coronavirus.

foto di repertorio
Dopo una prima telefonata al medico di base, come raccontato dai nipoti di Anna a Fanpage.it, l’inizio del calvario: serviva in primis un sierologico, ma il laboratorio privato aveva spiegato contestualmente che, visto che la donna avrebbe potuto essere positiva, non vi fossero infermieri disponibili a recarsi sul posto. Oltre alla positività al Covid-19, la donna ha iniziato ad accusare anche sintomi un po’ più gravi. Ha superato la guerra, ha superato l’influenza spagnola, non poteva morire di CoViD-19”, ha aggiunto la nipote.
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