Quattordici persone sono finite a processo in Danimarca per aver condiviso sui social il video della decapitazione di una delle due turiste scandinave, uccise in un atto terroristico lo scorso dicembre in Marocco. “Le 14 persone sono accusate di aver violato il codice penale condividendo il video, solitamente tramite Facebook Messenger o altri social network”, ha dichiarato in una nota il capo della polizia dello Jutland dell’Est, Michael Kjeldgaard. Nel dicembre scorso, i corpi delle due turiste, Louisa Jespersen e Maren Ueland una danese e una norvegese, sono stati rinvenuti a 10 chilometri da Imlil, un piccolo villaggio nell’Alto Atlante, in Marocco. Gli autori dell’omicidio sono stati arrestati pochi giorni dopo. Via web fu diffuso il video della decapitazione delle due ragazze, nel video dell’orrore, finito su Facebook, c’era un uomo armato di coltello ripreso nell’atto di decapitare una delle due ragazze scandinave. Le due turiste furono violentate e poi sgozzate nella piana di Imlil, a una settantina di chilometri da Marrakech e a 10 km dal centro abitato da cui partono i trekking per il turismo d’alta quota. Louisa, studentessa danese, 24 anni e Maren Ueland, norvegese, di 28, volevano raggiungere la vetta del Toubkal e per questo avevano piazzato la loro tenda sulla piana di Imlil.
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