Somma Vesuviana

Somma Vesuviana, le minacce dei Mirra alla vittima: “Ti facciamo lo sconto ma devi pagare”

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Somma Vesuvio. Perseguitato per mesi dagli esattori del clan la vittima ha deciso di denunciare e così a distanza di pochi mesi Luigi ed Enrico Mirra, zio e nipote, sono stati arrestati. Secondo gli inquirenti il coraggio della vittima, un imprenditore del settore auto, è stato determinante per arrestare i responsabili. Nella misura cautelare emessa dal gip di Napoli Egle Pilla, su richiesta della Dia, c'è la ricostruzione delle minacce continue alla vittima da parte di Luigi ed Enrico Mirra. I due si erano presentati a fine settembre e poi ancora a inizio di ottobre dell'anno scorso nell'abitazione dell'imprenditore del settore auto da cui pretendevano il pagamento di tangenti, ed Enrico, il più giovane dei due, gli aveva detto: “Come sai a Somma siamo noi. Se vuoi continuare a lavorare tranquillo. Devi cacciare 170 euro a settimana. Gli altri cacciano 200, ma siccome noi ti conosciamo, noi ti facciamo lo sconto”. Ma quando l'uomo aveva detto che non avrebbe pagato, era stato Luigi, il più anziano, a parlare: “Vediamo poi se me li dai o no … sempre me li devi dare, se vuoi stare tranquillo”. L'estorsore per essere più chiaro gli aveva anche sferrato uno schiaffo in pieno volto. Nei giorni successivi le intimidazioni erano continuate, e sempre Luigi Mirra gli aveva detto “prima o poi devi abbuscare”. Vessazioni che sono riprese a ottobre, quando di nuovo l”imprenditore è stato preso a schiaffi in un'agenzia di scommesse sempre da Luigi Mirra che gli ha anche preso il portafoglio, e poi da Enrico, che gli ha prospettato la possibilità di dargli una macchina anziché il denaro. Il giorno dopo l'imprenditore ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri e ha raccontato l'episodio accaduto nella sala scommessa; la vittima ha anche precisato che conosceva i due che lo taglieggiavano come persone nell'orbita della criminalità organizzata, interne al gruppo capeggiato da Roberto De Bernardo e Daniele Baselice. Ai carabinieri, oltre la denuncia dettagliata, sono stata utili le immagini del sistema di videosorveglianza del centro scommesse in cui era accaduto l'episodio dell'aggressione, filmati dei quali non solo emergeva l'accaduto ma erano chiaramente riconoscibili i due. Enrico Mirra, del resto, è indagato per tentato omicidio ai danni di Antonio Amato proprio insieme a Baselice e De Bernardo, e sul suo ruolo e su quello dello zio ci sono dichiarazioni di collaboratori di giustizia concordanti.


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