Salerno e Provincia

Così l’imprenditore caseario La Marca riuscì a corrompere il direttore dell’Agenzie delle Entrate

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Un bracciale in oro e brillanti per corrompere il direttore dell'agenzia delle Entrate. L'attività investigativa ha accertato che Gianluca La Marca, al fine di risolvere delle pendenze tributarie del Caseificio Tre Stelle ed i debiti che aveva accumulato con il Fisco, si era rivolto direttamente al diret­tore provinciale dell'Agenzia delle Entrate di , Vastarella Emilio, corrompen­dolo con un bracciale da donna in oro e brillanti (rinvenuto e seque­strato nella abitazione del Direttore dell'Agenzia) ed un orologio di valore (che il La Marca intercettato confermava di avere poco prima consegnato), ottenendo, in cambio, uno sconto di oltre 60m ila euro in realtà non spettante sulle sanzioni che erano state comminate al caseificio dalla Commissione Tributaria.
Tale trattamento di favore è stato formal­mente giustificato, nel provvedimento a firma del Direttore, sulla scorta di un'ecce­zionale situazione di difficoltà finanziaria del caseificio, miratamente fatta emergere nella istruttoria della pratica, quando nella realtà i conti dell'azienda evidenziavano una situazione particolarmente florida e l'attività commerciale era in piena espan­sione.
In questo modo, il caseificio, oltre a bene­ficiare di uno sconto di più di 60 mila euro sulle sanzioni, otteneva dall'Amm inistrazione finanziaria lo sblocco di un ingente rimborso IVA, che l'Agenzia delle Entrate aveva, come per prassi, congelato in pre­senza delle controversie tributarie. Per tale vantaggio economico, conseguito illecitamente, il Gip aveva già accolto la ri­chiesta di sequestro preventivo avanzata da questa Dda e la Guardia di Finanza aveva sottoposto a sequestro più di un mi­lione di euro sui conti correnti del Caseifi­cio Tre Stelle.


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