“Dove sta vostro figlio, la porta guai, dove sta lui, la scendono quelli delle Baby gang che fanno macelli”. E’ il 29 ottobre del 2015 quando il boss di Marigliano, Luigi Esposito o’ sciamarro parla con un suo affiliato e racconta dell’incontro avuto con la mamma di Roberto De Bernardo uno dei componenti del commando che aveva ucciso pochi mesi prima a Forcella il capo della Paranza dei Bimbi, Emanuele Sibillo. Dopo la festa su una barca al largo di Napoli, come raccontato dal pentito dei Quartieri Spagnoli, Maurizio Overa, quelli del clan Buonerba autori dell’omicidio cominciarono a nascondersi temendo la vendetta dei sibillo. Tra questi c’era anche l’allora 16enne Roberto De Bernardo, nipote del boss Roberto De Bernando o’ pisiello che dopo alcuni anni di carcere si era trasferito a Marigliano. E la cognata temendo per la sorte del figlio cercò attraverso le sue amicizie criminali nel paese Vesuviano un riparo per il figlio. Ma ricevette rifiuti dal boss Esposito. Il ragazzo fu costretto a “riparare” a casa dello zio Vincenzo De Bernadro o’ pisiello. E questo segnò la sua condanna a morte. per quell’omicidio ieri sono stati arrestati in sei ovvero i due mandanti i boss Ciro Rinaldi Mauè del rione Villa a san Giovanni a Teduccio (alleato dei Sibillo), Luigi Esposito o’ Sciamarro. Entrambi avevano un motivo per eliminare De Bernardo: il primo per vendicare la morte del suo alleato, il secondo per dare un messaggio al suo rivale locale Cristiano Piezzo. In carcere sono finiti anche il killer Michele Minichini, figlio del boss detenuto Ciro, Luisa De Stefano a’ pazzignara e la nipote Enzina Maione che diedero il segnale al killer e il fiancheggiatore di Esposito, il 33enne Stefano Gallo. Vincenzo De Bernardo o’ pisiello fu ucciso l’11 novembre del 2011 a Somma Vesuviana. Spiegando le fasi che avevano preceduto l’omicidio di Vincenzo De Bernardo Esposito racconta di un summit che aveva avuto con Cristiano Piezzo, Eugenio D’Atri (alias Gegè) e Vincenzo De Bernardo (alias o’pisello) che era giunto a sorpresa a casa sua nel corso dell’incontro ed era rimasto stupito di ritrovarsi al cospetto anche di Vincenza Maione. O’ pisiello, secondo Esposito, era intervenuto per fare da garanzia per la posizione di Cristiano Piezzo. Durante il racconto uno degli affiliati di Esposito punto gli suggerivadi recarsi “nel parco”, ossia il parco Fiordaliso di Via San Sossio in Somma Vesuviana, ove era residente “o pisell”, per parlargli e perorare la sua causa, dato che era un personaggio di rilievo della criminalità organizzata locale. L’Esposito replicava che assolutamente non poteva andare da De Bernardo in quanto “aveva un grosso problema”, dovuto alla presenza di un ragazzo che aveva accolto ed a cui aveva fornito un posto in cui stare, il nipote Roberto: “Ci sta una persona a Somma che la non doveva portare, il nipote del pisello”. –
Esposito spiegava che il nipote di Pisello (Roberto De Bernardo) era l’autore dell’omicidio di Sìbillo Emanuele, e che per tale motivo i suoi avversari, definiti “baby gang”, Io stavano cercando; egli raccontava che i Sibillo avevano già fatto dei passaggi in Somma Vesuviana con le motociclette alla ricerca del ragazzo. Esposito definiva i ragazzi appartenenti alle baby gang come persone senza scrupoli: “fanno pisciare sangue”. Sottolineava ancora un volta che era proprio il nipote di Pisello il problema che c’era a Somma Vesuviana all’interno del Parco San Sossio a Somma Vesuviana.
Articolo pubblicato il giorno 17 Gennaio 2019 - 00:26