Casavatore. Il Tar del Lazio rigetta il ricorso degli ex amministratori del Comune di Casavatore sciolto per camorra nel gennaio del 2017. Il tribunale amministrativo del Lazio non ha rilevato illegittimitĂ nel provvedimento con il quale era stato sciolto il consiglio comunale dell’importante centro della CittĂ metropolitana di Napoli, per la ritenuta esistenza di infiltrazioni da parte della criminalitĂ organizzata. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso proposto dagli ex amministratori, con in testa l’ex sindaco Lorenza Orefice. Con l’impugnativa i ricorrenti rappresentavano come il provvedimento di scioglimento avrebbe a loro avviso acriticamente recepito il contenuto della relazione prefettizia, a sua volta inficiata da un’erronea ricostruzione dei fatti. Per il Tar, “in punto di fatto è opportuno considerare come la proposta di scioglimento formulata dal Ministero dell’interno e che del decreto presidenziale impugnato costituisce parte integrante, presenta una motivazione dettagliata, che si basa su piĂą nuclei argomentativi. Tra questi, in primo luogo e con particolare evidenza, è menzionato il fatto che, all’esito di un’attivitĂ investigativa condotta dalla locale stazione dei Carabinieri e dalla Compagnia di Casoria, la Procura di Napoli ha emesso un avviso di conclusioni delle indagini”. I fatti contestati “e il, conseguentemente, altissimo rischio di permeabilitĂ della giunta da parte della locale criminalitĂ organizzata connessa alla ricostruzione posta a base dell’avviso di conclusioni indagini, costituiscono dunque motivazione sufficiente dello scioglimento”. Tutti gli elementi raccolti, quindi, messi in evidenza “dalla relazione prefettizia, sulla base dell’istruttoria condotta dalla Commissione d’accesso, sono dal Collegio ritenuti sintomatici di situazioni di condizionamento e di ingerenza, nella gestione dell’ente comunale, nonchĂ© rilevanti, in quanto produttivi di una azione amministrativa inadeguata a garantire gli interessi della collettivitĂ locale”.